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Il libro è una estensione della memoria e della immaginazione.
Jorge Louis Borges
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Luigi Luca Cavalli-Sforza Daniela Padoan Le declinazioni del noi e l'esclusione dell'altro Che cosa significa «noi»? In che modo si stratificano le appartenenze identitarie che nutrono le gerarchie e i sistemi politici, religiosi e ideologici? Come si declinano le affiliazioni e le esclusioni dell'umano, tra solidarietà e ferocia? Che cosa significa «noi»? Come si stratificano le appartenenze identitarie che, cristallizzando un sistema di confini e di soglie in coppie oppositive (uomo-donna, uomo-animale, bianco-nero, civiltà-barbarie) portano alla gerarchizzazione del vivente e alla creazione di sistemi politici, religiosi e ideologici? Come si legittimano i molti cerchi di gesso entro i quali perpetuiamo la nostra narrazione del mondo, fino a farli apparire ai nostri stessi occhi non piú culturali, ma naturali e innati? Quando il noi buono, positivo, diventa disprezzo dell'altro, fino a volgersi in sterminio? Da queste domande prende avvio un dialogo tra i due autori: un genetista noto nel mondo per aver dimostrato l'iinservibilità del concetto di razza applicato agli uomini e una studiosa che da tempo si occupa della testimonianza dei genocidi del Novecento. Si apre cosí un album di famiglia che include i 10 000 anni in cui Homo sapiens sapiens, dopo aver soppiantato le altre specie umane, ha codificato l'egoismo e la sopraffazione in istituzioni sociali e politiche, basate sulla proprietà privata, la guerra e lo schiavismo. Ma, spingendo lo sguardo piú oltre, fino alla famiglia originaria, scopriamo altri modi del noi che non prevedevano gerarchie sociali: una cultura che l'istituirsi di un noi egemone - bianco, maschio, dotato di logos - ha reso necessario dipingere come un'infanzia di bruti. Luigi Luca Cavalli-Sforza (1922) è riconosciuto come uno tra gli studiosi piú autorevoli nel campo della genetica delle popolazioni e delle migrazioni umane. È Professore emerito alla Stanford University. È membro dell'Accademia dei Lincei e della Pontificia Accademia delle Scienze. Tra i suoi libri: Geni, popoli e lingue (Adelphi 1996), L'evoluzione della cultura (Codice Edizioni 2006) e Razzismo e noismo (Einaudi 2013, con Daniela Padoan). Daniela Padoan (1958), scrittrice e saggista, da anni si occupa di testimonianza della Shoah e di resistenza femminile alle dittature. Tra i suoi libri: Come una rana d'inverno. Conversazione con tre donne sopravvissute ad Auschwitz (Bompiani 2004), Le pazze. Un incontro con le Madri di Plaza de Mayo (Bompiani 2005) e Razzismo e noismo (Einaudi 2013, con Luigi Luca Cavalli-Sforza). Ha collaborato con le pagine culturali de «il Manifesto» e «il Fatto Quotidiano».
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Recensioni «Paradigma Shoah, alle radici culturali del razzismo» di Marco Mazzeo - Alias 09/02/14 |
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