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Mari, Locus desperatus

collana: Supercoralli
editore: Einaudi
data pubblicazione: 22/04/2024
pagine:  136
prezzo: € 18,00
ISBN: 9788806264512
a cura di:
traduzione di:
argomento: narrativa italiana
formato: rilegato
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Michele Mari

Locus desperatus


A tutti, prima o poi, è toccato separarsi da qualcosa che reputavamo soltanto nostro: ma senza ciò che ci appartiene sapremmo ancora dire chi siamo davvero? Il protagonista di questo romanzo abita un appartamento arredato con grande gusto e altrettanta paranoia, due caratteristiche da cui è difficile liberarsi. Soprattutto nel momento in cui si riceve un'improvvisa richiesta di sfratto, che sembra avere una genesi ultraterrena... Del resto, una casa stregata può essere una maledizione, oppure l'occasione per comporre un inventario del proprio passato.

«Ridotto cosí, ero re: delle mie cose, delle mie collezioni, dunque di me, che in quelle collezioni avevo sistematicamente trasferito ogni mia piú intima particola».

In filologia, il locus desperatus indica un passo testuale corrotto e insanabile, per il quale il filologo è costretto a gettare la spugna contrassegnandolo con la cosiddetta «croce della disperazione». E a dare l’avvio a questa storia è proprio una piccola croce, disegnata nottetempo con un gessetto su una porta. Un mattino, uscendo dal suo appartamento, il protagonista nota quel segno appena sopra lo spioncino dell’ingresso di casa: chi può essere stato a farlo, e che significato ha? L’uomo cancella la croce, ma il giorno seguente, e poi quello ancora successivo, il segno ricompare implacabile. Il mistero s’infittisce quando al residente viene imposto uno scambio: qualcuno prenderà il suo posto, e lui dovrà giocoforza trasferirsi. Ma cambiando abitazione sarà costretto a cambiare anche identità: tutte le cose dentro l’appartamento, infatti, dovranno a loro volta scegliere. O fuggiranno insieme a lui, oppure passeranno a un nuovo proprietario – macchiandosi di alto tradimento. Perché ogni oggetto amato ha un’anima, e dunque una sua volontà. Da sempre le case, nella storia della letteratura cosí come nella vita, sono il luogo dove gli avvenimenti piú banali si mescolano a quelli fatidici. L’abitazione al centro di Locus desperatus, però, assomiglia alla Hill House immaginata da Shirley Jackson, o alla Casa Usher di Poe: un’entità senziente, con un suo carattere ben preciso. Un luogo dove l’inconscio di chi ci abita, dopo una lunga frequentazione, è divenuto tutt’uno con i libri, le stampe, gli oggetti e i ricordi d’infanzia. E chi meglio di Michele Mari poteva raccontare lo struggimento e le ossessioni per i feticci accumulati nel corso di un’esistenza, ingaggiando un duello con la propria memoria affettiva? L’autore di Verderame e di Leggenda privata ci consegna una stramba discesa agli inferi e insieme una spietata tassonomia dei ricordi. Un romanzo tormentato e divertente sul senso ultimo che diamo agli oggetti: «Senza le mie cose io non sarei stato piú io, e senza di me loro non sarebbero state piú loro».

 

I libri di Michele Mari (Milano 1955) sono Di bestia in bestia (Longanesi 1989; Einaudi 2013), Io venía pien d'angoscia a rimirarti (Longanesi 1990; Marsilio 1998; Einaudi 2016), La stiva e l'abisso (Bompiani 1992; Einaudi 2002 e 2018), Euridice aveva un cane (Bompiani 1993; Einaudi 2004), Filologia dell'anfibio (Bompiani 1995; Laterza 2009; Einaudi 2019), Tu, sanguinosa infanzia (Mondadori 1997; Einaudi 2009), Rondini sul filo (Mondadori 1999), I sepolcri illustrati (Portofranco 2000), Tutto il ferro della torre Eiffel (Einaudi 2002 e 2020), I demoni e la pasta sfoglia (Quiritta 2004; Cavallo di Ferro 2010; il Saggiatore 2017), Cento poesie d'amore a Ladyhawke (Einaudi 2007), Verderame (Einaudi 2007 e 2023), Milano fantasma (edt 2008, in collaborazione con Velasco Vitali), Rosso Floyd (Einaudi 2010), Fantasmagonia (Einaudi 2012 e 2022), Roderick Duddle (2014 e 2016), Leggenda privata (Einaudi 2017 e 2021), Dalla cripta (Einaudi 2019), La morte attende vittime (Nero 2019), Le maestose rovine di Sferopoli (Einaudi 2021) e Locus desperatus (Einaudi 2024). Per Einaudi ha anche curato e tradotto La Macchina del Tempo. Fra le sue traduzioni, opere di Stevenson, Wells, Crane, London, Orwell, Steinbeck, Gombrowicz.

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