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Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire.
Italo Calvino
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Aimara GarlaschelliNel nome della madreStella del mattino
Stella maris Mater dulcissima Domus aurea Rosa mistica Torre d'avorio Candido giglio Lutto dell'inferno Porta del cielo Ōra Nel 2018 Aimara Garlaschelli ha curato e tradotto La terra desolata di Eliot. Questa importante esperienza si è senz’altro riverberata in questo suo poemetto, che emblematicamente ha lo stesso numero di versi del modello eliotiano (433) e la stessa ambizione di contenere tutto. Nel nome della madre presenta infatti tracce significative delle tragiche cronache dei nostri giorni, ma anche del femminile attraverso il mito. Ci sono i corpi nel loro aspetto piú sgradevole ma anche l’incanto degli angeli, gli aborti e le nascite, e poi la storia, il linguaggio, le reminiscenze letterarie. E molte immagini di uccelli che attraversano tutto il poemetto: rondini, allodole, falchi… Tutti riuniti in un rondò finale in forma di sestina dove queste figure di volo, di elevazione e di libertà suggellano un percorso che era partito dal fondo dei mari. Nei versi di Aimara Garlaschelli c’è una forte volontà di riappropriazione del sacro al di fuori da ogni canone religioso. Il poemetto funziona da preghiera laica in cui le parole significano ma sono anche suoni rituali. La musicalità di questa poesia, attraverso il pieno controllo di una grande sapienza metrica, riesce a dire anche dove i significati non possono arrivare. Aimara Garlaschelli è nata a Sondrio nel 1971. Vive a Milano. Ha pubblicato due libri di poesia: Figure di silenzio (LietoColle 2016) e Il rito delle ore (ETS 2019); una traduzione della Terra desolata di Eliot (ETS 2018); e Alfabeto della posterità (Scalpendi 2022). Per Einaudi ha pubblicato Nel nome della madre (2022). |
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