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...se non ci fossero i libri, noi saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio; la stessa urna che accoglie i corpi cancellerebbe anche la memoria degli uomini.
Cardinale Bessarione
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John Updike Con una bellissima introduzione di Julian Barnes, torna il capolavoro di John Updike, premiato con il Pulitzer: il capitolo piú celebrato di un memorabile affresco letterario che ha raccontato l'America del Novecento. Harry «Coniglio» Angstrom, il piú irriducibile rappresentante dell'americano-medio, è approdato a una prospera e appagante mezza età. L'America alla fine degli anni Settanta è in un periodo di inflazione galoppante e fiducia molto bassa, ma Coniglio si sente in gran forma e pronto, finalmente, a godersi la vita. Ha ottenuto la rappresentanza della Toyota per la città di Brewer, in Pennsylvania, e dopo ventitre anni di matrimonio è riuscito anche a farsi una ragione della presenza della moglie Janice accanto a sé. Tutto procederebbe dunque per il meglio se all'improvviso non ripiombassero nella sua vita prima il figlio ventenne Nelson, poi l'immagine di un'antica amante ricomparsa dal passato. Due eventi che costringono Coniglio a rimettersi in cerca, con il consueto modo un po' riluttante e ondivago, della sua quieta felicità. E noi a seguirlo, leggendo in tralice, nelle sue peripezie apparentemente banali e borghesi, le irrequietudini, i vizi e le virtú di un'intera nazione. John Updike nasce a Reading nel 1932 ma si trasferisce a Shillington, sempre in Pennsylvania, poco dopo la nascita. A Shillington, dove suo padre insegnava scienze al liceo (come il protagonista del Centauro), vive gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza per poi andare a studiare alla Harvard University. Dopo la laurea si trasferisce in Inghilterra per frequentare la Ruskin School of Fine Arts di Oxford. Tornato negli Stati Uniti, nel 1955 entra nella redazione del «New Yorker». Dopo soli due anni lascia la prestigiosa rivista, con la quale comunque continuerà a collaborare per tutta la vita, e si ritira in campagna per dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Il suo primo romanzo, Festa all'ospizio (1959), è ben accolto ma il primo importante riconoscimento arriva con Il centauro (1963), che vince il National Book Award sconfiggendo in finale Malamud, Mary McCarthy e il giovanissimo Pynchon. La serie di romanzi che lo rende più famoso è quella con il protagonista soprannominato Coniglio: Corri, Coniglio (1960); Il ritorno di Coniglio (1971); Sei ricco, Coniglio (1981) e Riposa Coniglio (1990). La serie è ora in corso di ripubblicazione da Einaudi Stile Libero. Muore nella sua casa di Danvers, Massachusetts, nel 2009, per un tumore ai polmoni.
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