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Italo Calvino
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Michel PastoureauL’arte araldica nel MedioevoMichel Pastoureau ripercorre la storia sociale e artistica degli stemmi medievali, ne presenta le principali regole e mostra come l'immagine araldica non sia affatto come le altre, soffermandosi sul significato di figure e colori. Un'opportunità per correggere una serie di equivoci e sottolineare l'influenza che i blasoni hanno esercitato nelle diverse epoche: la maggior parte delle bandiere, dei loghi aziendali, delle insegne militari, degli emblemi sportivi e persino dei cartelli stradali è infatti erede contemporanea dello stemma medievale. Il libro è illustrato da oltre 130 capolavori araldici, scelti tra arazzi, sculture, dipinti e smalti, per catturare la portata estetica di un'arte spesso sconosciuta. Comparso una prima volta nel XII secolo sui campi di battaglia e durante i tornei per fungere da segno di riconoscimento, lo stemma araldico si diffuse rapidamente nelle classi signorili, per poi estendersi gradualmente a donne, prelati, borghesi, ma anche, in alcune aree, ad artigiani, contadini, comunità civili e religiose. Alla fine del Medioevo l’intera società europea faceva uso degli stemmi. Allo stesso tempo segno d’identità, marchio di proprietà e ornamento decorativo, lo stemma compariva su molti oggetti, opere d’arte, edifici e monumenti. Le stesse chiese nel corso dei secoli divennero veri e propri «musei di stemmi». Ovunque la loro rappresentazione, rigorosamente codificata, diede vita a un’arte originale: l’arte araldica, che ebbe il suo culmine nel XV secolo. «Ho scelto di focalizzare l’attenzione su tutto ciò che è inerente allo stemma in quanto immagine e sui legami tra l’araldica medievale e la creazione artistica. Si tratta di legami numerosi e sfaccettati che raramente, tuttavia, hanno attirato l’attenzione dei ricercatori, almeno per quanto riguarda il Medioevo. L’abbondante iconografia che accompagna i quattro capitoli di questo libro è soltanto un florilegio di centotrentasei immagini tra migliaia o anche decine di migliaia di altre, ma riesce a dare un’idea del rapporto tra gli stemmi e le opere d’arte. Spero che tali immagini contribuiscano a una migliore comprensione di questo importante aspetto dell’arte medievale e che suscitino la curiosità di storici e archeologi. Per tre secoli, del resto, dal XVI al XIX, gli studiosi francesi hanno correntemente utilizzato l’espressione «arte araldica», in associazione all’espressione «scienza araldica»: mentre quest’ultima designava il sapere teorico elaborato attorno al blasone, la prima si concentrava sulla rappresentazione degli stemmi. Ora è importante farla rivivere perché, nel Medioevo, è davvero presente un’arte araldica originale, insolita, inventiva, performante e, per la sensibilità moderna, particolarmente affascinante e sorprendente». Dopo aver lavorato al Cabinet des medailles della Bibliothèque National de France, dal 1982 Michel Pastoureau insegna storia della simbologia medievale all'École Pratique des Hautes études. Da ormai vent'anni collabora anche con L'École des Hautes études en Sciences sociales, dedicandosi alla storia simbolica delle società europee. Fra le sue opere tradotte in Italia, ricordiamo La stoffa del diavolo. Una storia delle righe e dei tessuti rigati (il melangolo, 1993); Blu. Storia di un colore (Ponte alle Grazie, 2002); Medioevo simbolico (Laterza, 2005); L'orso. Storia di un re decaduto (Einaudi, 2008); Nero. Storia di un colore (Ponte alle Grazie, 2008); Animali celebri. Mito e realtà (Giunti, 2010), I colori dei nostri ricordi. Diario cromatico lungo piú di mezzo secolo (Ponte alle Grazie, 2011), Bestiari del Medioevo (Einaudi, 2012), Storie di pietra. Timpani e portali romanici (Einaudi, 2014), Il lupo. Una storia culturale (Ponte alle Grazie, 2018) e L'arte araldica nel Medioevo (Einaudi, 2019). |
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