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...se non ci fossero i libri, noi saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio; la stessa urna che accoglie i corpi cancellerebbe anche la memoria degli uomini.
Cardinale Bessarione
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Murasaki Shikibu La storia di Genji La vita della nobiltà nel Giappone feudale, i molti amori del principe Genji «lo splendente», l'arte, la musica, la fortuna e le disgrazie inaspettate, l'eleganza e l'atmosfera malinconica di un mondo affascinante e impalpabile. Accolta a corte per la sua fama di donna colta e amante della letteratura, Murasaki Shikibu, dama dell'entourage dell'imperatrice Shoshi e discendente di un ramo secondario della potente famiglia Fujiwara, compone il Genji monogatari nel primo decennio dopo l'anno mille. Il romanzo, destinato a diventare un classico universale, era stato pubblicato nei Millenni nel 1957, in una traduzione dall'inglese di Adriana Motti e più volte ristampato. Per la prima volta tradotto dal giapponese antico, il più importante classico della letteratura nipponica: la storia del «Principe splendente, dei suoi molti amori, della sua fortuna e caduta. «Il Genji monogatari viene spesso indicato come il primo esempio di romanzo psicologico. Se simili attribuzioni suonano sempre alquanto arbitrarie, leggendolo non si può evitare di avvertire quanto si proceda in profondità nello scandagliare l'animo umano e come il quadro che ne deriva sembri spesso in sintonia con il modo di sentire di oggi. Da questo punto di vista, esso merita a buon diritto il titolo di classico della letteratura universale, sebbene solo di recente, in pratica poco piú di cento anni, sia entrato nell'orizzonte culturale occidentale e abbia preso a influenzarlo. La sua modernità risiede nella precisa volontà dell'autrice di non limitarsi a presentare intrecci tali da attirare l'attenzione e distrarre dalle pene quotidiane, ma anche di trasmettere sensazioni e sentimenti nella convinzione che altri possano e debbano condividerli. (...) Da questo punto di vista il collegamento con i grandi romanzi occidentali appare inevitabile, ma ogni forma di confronto, classificazione e competizione si rivela alla fine incongrua. Si può dire che Murasaki Shikibu ricorda nelle sue introspezioni Proust o che il Genji monogatari sta al mondo cortese dell'anno Mille come Madame Bovary sta al mondo borghese dell'Ottocento. Ma il Genji monogatari non può non essere letto, analizzato, se possibile apprezzato, come un'opera profondamente, organicamente medievale. (...) Non è possibile tagliare in due il romanzo, distinguendone una parte "universale", che attiene a sentimenti riscontrabili in ogni tempo e a ogni latitudine, e quella frettolosamente catalogata come caduca, fatta di annotazioni riconoscibili solo da chi si muove in un mondo ormai scomparso e utili a perpetuarne la perfezione formale. Questi due aspetti sono in realtà del tutto inscindibili, si compenetrano e si giustificano l'un l'altro». (Dall'introduzione di Maria Teresa Orsi)
Murasaki Shikibu (ca 973 - ca 1014) apparteneva a un ramo secondario della potente famiglia Fujiwara. Il padre aveva avuto ruoli politici secondari, spesso lontano dalla capitale Kyoto, ma soprattutto era diventato famoso come studioso di letteratura cinese e giapponese. Ed è proprio alla scuola del padre che Murasaki raggiunge una competenza linguistica e letteraria inconsueta per una donna del suo tempo. Grazie a questa fama di donna colta, viene chiamata nell'entourage dell'Imperatrice Shoshi. Sotto quest'alta protezione, durante il primo decennio dopo l'anno Mille, può attendere alla scrittura del Genji monogatari. Ha scritto anche un Diario e una Maria Teresa Orsi insegna Lingua e Letteratura giapponese all'Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato articoli dedicati alla letteratura popolare e al fumetto giapponese e ha curato la traduzione e la presentazione al pubblico italiano di testi classici e moderni: fra gli altri, Racconti di pioggia e di luna di Ueda Akinari (Marsilio 1988), Sanshiro di Natsume Soseki (Marsilio 1990), Il figlio delta fortuna di Tsushima Yuko (Giunti 1991), Sotto la foresta di ciliegi in fiore di Sakaguchi Ango (Marsilio 1993, premio della casa editrice Kodansha come miglior traduzione in lingua italiana di un'opera giapponese) e I demoni guerrieri di Ishikawa Jun (Marsilio 1997). Ha curato per Einaudi le Fiabe giapponesi (I millenni, 1998) e La storia di Genji (I millenni, 2012), e per Mondadori Mishima, Romanzi e racconti (I Meridiani, 2004, 2006).
Stampa raffigurante la scrittrice e poetessa giapponese Murasaki Shikibu |
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Recensioni di Pietro Citati "Murasaki l' eternità è delle donne" - (26 aprile 2012) - Corriere della Sera |
Le radici della narrazione moderna
Murasaki Shikibu, La storia di Genji