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Ecco quello che non si dovrebbe mai cessare di essere: dei lettori, dei lettori puri, che leggono per leggere, che sanno leggere che, insomma, leggono e basta...
Charles Péguy
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Samuel BeckettL'innominabile«Basta cercare, basta sbagliare, e si finisce per trovare, si tratta di andare per eliminazione» Scritto in francese nel 1949, subito dopo Aspettando Godot, L'innominabile è il testo che conclude la trilogia iniziata con Molloy e proseguita con Malone muore. Il monologo su cui è costruito muta però radicalmente rispetto ai due romanzi precedenti, influenzato proprio dalla scrittura teatrale, fisica, orale, che Beckett aveva iniziato a sperimentare. Il protagonista, immobile in un corridoio nell'ombra, parla tra sé e sé, è pura voce: non la trascrizione «finto parlata» di un narratore che scrive la sua storia. La voce racconta brandelli di vicende di vari personaggi ma si intuisce che si tratta dello stesso personaggio con nomi diversi. Chi è questo personaggio? Meglio sarebbe dire: chi siamo? Il capolavoro di Beckett rappresenta proprio il superamento dell'identità coinvolgendo il lettore-ascoltatore come forse nessun altro libro ha mai fatto. Samuel Beckett nasce a Dublino nel 1906. Dopo essersi laureato al Trinity College, viaggia alcuni anni per l'Europa. A Parigi conosce il suo connazionale James Joyce, col quale instaura un profondo rapporto di amicizia e di comuni sperimentazioni letterarie. Tra le sue prime opere, scritte in inglese, spicca il romanzo Murphy. Nel 1938 si trasferisce definitivamente in Francia e partecipa alla resistenza antinazista. Dalla fine della guerra adotta il francese come lingua d'elezione e in francese scrive la sua grande trilogia narrativa: Molloy (1951), Malone muore (1951) e L'innominabile (1953). Il successo arriva soprattutto con i testi teatrali: Aspettando Godot (1952), Finale di partita (1957), L'ultimo nastro di Krapp (1957), Giorni felici (1961). Nel 1969 riceve il premio Nobel. Muore a Parigi nel 1989. L'Einaudi ha pubblicato tutte le opere di Beckett. Tra le edizioni più recenti, i romanzi Murphy, Watt e Molloy, Tutto il teatro, Le poesie, In nessun modo ancora, Racconti e prose brevi, Malone muore e Mercier e Camier.
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Recensioni articolo di Massimiliano Parente su Il Giornale. (leggi) recensione di Andrea Cortellessa su Il Sole 24 Ore. (leggi) |
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