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Von Bremzen, L'arte della cucina sovietica


collana: Frontiere  
editore: Einaudi
data pubblicazione: 2014
pagine: 380
prezzo: € 22,00
ISBN: 9788806215538
a cura di:
traduzione di: Duccio Sacchi
argomento:
formato: brossura
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Anya von Bremzen

L'arte della cucina sovietica

Una storia di cibo e nostalgia

 

Dalla kulebjaka zarista al borsc ucraino, dal palov uzbeco allo spezzatino georgiano, dalla vobla - quel pesce che «adoriamo per tutto il tormento che ci dà mangiarlo» - alla focaccia di granturco moldava. Dieci momenti per rievocare la storia di una famiglia che, lungo quattro generazioni, ha vissuto la parabola tragica ed epica dell'Urss.
Provetta cuoca e scrittrice, Anya von Bremzen amalgama fatti pubblici e aneddoti privati con generose dosi di ironia, dietro cui è però facile intuire un grande affetto per un passato ancora presente nel ricordo.

Anya von Bremzen lascia l'Unione Sovietica nel 1974. Ha poco piú di dieci anni ed è al seguito dell'indomita madre Larisa che, da sempre insofferente alle stramberie del regime, prende una volta per tutte la decisione di emigrare il giorno in cui, in mancanza d'altro e di incarti di qualsivoglia natura, è costretta a portarsi a casa in mano un pezzo sanguinolento di carne di balena. Dall'Urss della stagnazione Anya si ritrova cosí nell'America dell'abbondanza, i cui supermercati zeppi di ogni prelibatezza suscitano negli esuli sovietici reazioni che vanno dal pianto di gioia alla paralisi di smarrimento. Ma per Anya bambina il cibo, spogliato del piacere della conquista, perde di colpo la sua magia. Finché, a diversi anni di distanza, non le viene per caso l'idea di scrivere un libro di ricette russe...
Frutto maturo di quella passione ritrovata, L'arte della cucina sovietica mescola il tema cultural-gastronomico alla rievocazione di tragedie collettive e a memorabili frammenti di vita famigliare. Impossibile non tenere il fiato sospeso per il nonno, affascinante agente segreto coinvolto in rocambolesche imprese di guerra, e non ritrovarsi stizziti davanti all'ennesimo scivolone del padre, sdentato donnaiolo di abitudini oblomoviane. Delle grandi figure politiche del Novecento non manca nessuno: c'è Lenin, con la sua ascetica moderazione nel bere e nel mangiare; Stalin, con i suoi sontuosi banchetti in barba alla popolazione affamata; Chruscëv, con la sua comica ossessione per il granturco; Breznev, con il suo tipico immobilismo anche di fronte ai negozi vuoti; e Gorbacëv, con la sua impopolare crociata contro gli alcolici. Chiude la carrellata Putin, che, nella satolla Russia degli eccessi, per i pranzi del Cremlino sceglie una raffinata frugalità con richiami alla tradizione. Chi, ingolosito dalla lettura, volesse poi un assaggio concreto della cucina sovietica, potrà mettersi ai fornelli e sperimentare le ricette contenute nell'ultima parte del libro, una per ogni decennio raccontato.

 

Anya von Bremzen è nata a Mosca nel 1963 ed è emigrata in America con la madre nel 1974, come profuga ebrea. Si è affermata negli Stati Uniti a partire dagli anni Novanta come autrice di libri di cucina. I suoi bestseller gastronomici, tre volte vincitori dei James Beard Awards, si distinguono per la loro attenzione al contesto storico e sociale dei cibi e dei piatti di volta in volta descritti e per il taglio etnicocomparativo delle selezioni proposte. Collabora con «Food&Wine» e «Saveur» e ha scritto per il «New Yorker», «Departures» e il «Los Angeles Times». L'arte della cucina sovietica èil suo primo libro pubblicato in Europa (oltre che nel nostro paese è uscito in Germania e Olanda).

 

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