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...se non ci fossero i libri, noi saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio; la stessa urna che accoglie i corpi cancellerebbe anche la memoria degli uomini.
Cardinale Bessarione
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Adriana ZarriCon quella luna negli occhi
I luoghi della vita e dell'anima: il solaio, il mulino dell'infanzia, la cappella, l'eremo. Gli animali: gli adorati gatti, i cavalli, il lupo e la tigre. Gli incontri: la sarta, il portalettere, il fratello. E poi le fresie, i tulipani, la luna, la neve. Ancora una volta la voce inconfondibile di Adriana Zarri, sottile eppure salda, canta dalla pagina il proprio amore per il mondo. Le case hanno spesso due radici, quelle piú scure, salde, terragne delle cantine e quelle aeree, chiare, ricche di ragnatele e di passato dei solai. Entrambe sono patrimonio imprescindibile degli uomini e li ancorano alla vita. Colmi di queste due anime (una piú terrena e l'altra piú celeste) sono anche gli scritti dell'autrice e le sue riflessioni. Natura e anima scorrono infatti perfettamente insieme nelle parole di Adriana Zarri e possiedono ciascuna un proprio luogo e una propria voce. Anche semplicemente per questo motivo i suoi scritti non smettono mai di parlare a tutti, credenti e non credenti, giovani e meno giovani, a chi ama l'impegno e la lotta e a chi preferisce invece la contemplazione e il silenzio. In questi inediti ricordi di vita, recuperati da articoli, carte personali e pagine autobiografiche, ritroviamo i toni e i protagonisti di Un eremo non è un guscio di lumaca. I luoghi del mondo e dell'anima: il solaio, il giardino, l'orto, il vecchio mulino dell'infanzia, la cappella. Gli animali: gli immancabili gatti, i cavalli, ma anche i topi, la tigre e il lupo. I fiori: i tulipani, i bucaneve insieme agli ortaggi e alle verdure. Gli abitanti e le tradizioni di una vita antica, come il portalettere, la sarta, la lotteria di paese, l'albero di Natale. Pagina dopo pagina si disegna la scoperta di una scelta di vita, di contemplazione ed eremitaggio, che mai comunque abdica alla lotta e all'impegno. Adriana Zarri era infatti capace di riflessioni teologiche pregnanti e profonde come di massime veloci e ironiche. Nelle sue pagine si mescolano perfettamente la voglia di ascoltare e di capire e la capacità di restituire con esattezza e poesia la meraviglia di fronte alla bellezza della natura. Con quella luna negli occhi rappresenta un capitolo nuovo e inatteso di quell'invito al dialogo che Zarri, dal suo spazio di solitudine e silenzio, non ha mai smesso di rivolgere al mondo. Adriana Zarri (1919-2010) è stata teologa di linea conciliare ancor prima del Concilio Vaticano II. Ha partecipato a trasmissioni televisive fra cui Samarcanda con Michele Santoro e ha scritto su giornali e riviste: «il manifesto», «Rocca», «Concilium», «Avvenimenti». Dal 1975 ha vissuto in campagna scegliendo una vita eremitica, coltivando la terra, allevando animali e scrivendo. Fra le molte opere narrative e saggistiche ricordiamo: L'impazienza di Adamo (1964), Erba della mia erba (1981), Dodici lune (1989), Vita e morte senza miracoli di Celestino VI (2008). Nel 2011 esce per Einaudi Un eremo non è un guscio di lumaca, libro che ha come nucleo portante Erba della mia erba (Cittadella editrice 1981) a cui l'autrice ha aggiunto altre pagine nuove e inedite. Nel 2012 Einaudi ha pubblicato Teologia del quotidiano (Vele) e nel 2013 Quasi una preghiera (Frontiere). |
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della stessa autrice nel catalogo Einaudi |