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Durrell, Balthazar

collana: Letture
editore: Einaudi
data pubblicazione: 19/01/2016
pagine: XVIII - 288

prezzo: € 20,00

ISBN: 9788806212148
a cura di: Giuseppe Sertoli
traduzione di: Giuseppe Sertoli
argomento: Narrativa straniera
formato: brossura
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Lawrence Durrell

Balthazar


Il lettore odierno non si libera dalla sensazione che il Quartetto sia anche un gioco col grande romanzo modernista, e se non la sua (involontaria?) parodia, certo la sua archiviazione. Il «messaggio» che Durrell inscrive nelle pagine finali di Clea – la rinuncia alla hybris intellettualistica del sapere come forma di fagocitazione della realtà – non equivale forse a una presa di distanza, anzi a un vero e proprio congedo da quella che era stata l’eroica e nobile utopia della letteratura modernista: riuscire a dare, malgrado tutto, un ordine e quindi un senso al mondo e alla storia? A Lawrence, che pure ammirava, Pursewarden una volta scrisse che non gli sembrava proprio il caso di costruire un Taj Mahal intorno a una cosa semplice come una bella scopata. Ciò che il lettore si chiede è se l’intero Quartetto non sia per caso una deflation del Taj Mahal costruito dalle archistar della narrativa novecentesca intorno ai Massimi Problemi dell’Arte e della Vita, dell’Io-dello-Scrittore e della Forma-del-Romanzo… Deflation ovvero gioco e pastiche che, nel momento stesso in cui rifanno il verso ai loro modelli, li decostruiscono umoristicamente prima di riporli nel magazzino dei ferrivecchi. dalla prefazione di Giuseppe Sertoli


Lawrence Durrell nasce nel 1912 a Jalandhar, in India, allora colonia inglese. A undici anni viene mandato a studiare in Inghilterra ma, abituato ai colori e al cosmopolitismo della realtà indiana, rifiuta il nuovo stile di vita e le sue regole. Pessimo studente, ribelle, dominato dalla noia, Durrell comincia a riscattarsi nel 1935 quando inizia un'amicizia destinata a durare oltre quarant'anni con Henry Miller, e convince la madre (tornata in patria dopo la morte prematura del marito) a trasferire l'intera famiglia, compresa Nancy Myers, la prima moglie, a Corfù. Gli anni nell'isola greca ci sono restituiti dal bestseller del fratello Gerald (La mia famiglia e altri animali). Nel 1941 l'incipiente invasione nazista costringe lo scrittore e sua moglie a lasciare Corfù assieme alla figlia nata un anno prima. Destinazione: il Cairo. Qui il matrimonio, già in crisi, naufraga definitivamente. Nel 1942 si sposta ad Alessandria dove conosce una seducente donna ebrea, Eve Cohen, che diventerà la sua seconda moglie e il modello del personaggio di Justine. Lavora nell'Intelligence per il ministero degli Esteri, che dopo la guerra lo invia in Argentina e in Iugoslavia. Nel 1952 è di nuovo in Grecia, a Cipro. Qui arriva con la figlia Sappho Jane, mentre Eve viene ricoverata in una clinica inglese per un crollo nervoso. Divorziato da Eve nel 1955, inizia a scrivere Justine e, a seguire, gli altri romanzi del Quartetto, che vengono pubblicati fra il 1957 e il 1960. Nel 1960 deve lasciare Cipro a causa della guerra di indipendenza contro gli inglesi e si trasferisce a Sommières, in Provenza. A dispetto del successo letterario, che gli fa sfiorare il Nobel, vive anni difficilissimi. Una lunga malattia e, nel 1967, la morte della terza moglie, Claude-Marie Vincendon, lo colpiscono duramente. Romanzi e poesie continuano a uscire, ma senza più l'accoglienza riservata al Quartetto. Un ultimo matrimonio, con Ghislaine de Boysson, dura sei anni. Il fratello Gerald avrebbe sentenziato: «Lawrence distrugge le sue donne». Ma il peggio arriva nel 1985: Sappho Jane, la figlia avuta con Eve Cohen, si uccide dopo aver accusato il padre di «incesto psicologico». Nel 1990 muore per un ictus nella sua casa francese.

 

Recensioni

recensione di Giorgio Montefoschi sul Corriere della sera. (leggi)

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