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Cesare Pavese
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Tobias Wolff La nostra storia comincia Da oltre trent'anni Tobias Wolff imprime il proprio marchio d'eccellenza nel canone della narrativa breve americana che, passando per Carver, risale fino a Poe e Hawthorne. Di tale magistero ci offre prova in questo compendio di diciannove storie perfette su uomini e donne imperfetti. Che ci parlino dell'artista fallito che spera di dare una svolta a vita e carriera abbandonando moglie e figlio nel deserto, o del padre di famiglia che viene a sapere della morte improvvisa del suo grande amore immaginario, è la nostra storia a cominciare in ciascuna di esse. È la nostra storia a illuminarle, a parlarci dalle loro pagine. Tobias Wolff sa prestarci le parole per raccontarci la nostra storia, e per declinarla infinitamente, dentro ogni piccola storia finita. Trent'anni, tanto separa i primi racconti di questa raccolta, risalenti all'inizio degli anni Ottanta, dagli ultimi: una cartografia letteraria di lungo sguardo e grande varietà, eppure sorprendentemente unitaria. «I protagonisti delle mie storie - dichiarava Wolff - abitano tutti quanti un mondo comune. È evidente che sono assillati dalle stesse preoccupazioni etiche e spirituali, e tali preoccupazioni sono il soggetto tematico dei racconti». Il furto, l'adulterio, la morte, l'ambizione, la paura: queste le preoccupazioni che mettono alla prova l'impianto morale dei personaggi, ma nel dar conto dell'esito, pur esposto con spassionata lucidità, Wolff rifugge ogni deriva censoria. A proteggerlo è il potente antidoto dell'investimento personale. Il complesso dei racconti forma infatti una specie di autobiografia obliqua i cui elementi rimbalzano, rifratti, tra la finzione e la memoria e ritorno. Il milieu accademico, la cui ipocrisia cosí implacabilmente Wolff sferza nella raccolta, è il medesimo a cui lui stesso, docente di scrittura creativa presso la prestigiosa università di Stanford, appartiene. I protagonisti di ben sei dei diciannove racconti sono o sono stati soldati, e si muovono in un ambiente che l'autore, membro delle Special Forces dell'esercito americano durante la guerra del Vietnam, ben conosce. E certo dall'autobiografia origina il vero filo rosso che cuce, apparentandoli, tutti i racconti: impostura e illusione, menzogna e vagheggiamento, inganno e autoinganno. Fingono i tre protagonisti di Cacciatori nella neve, in uscita per una battuta di caccia fra amici tra i ghiacci del Midwest; simula il sergente Morse di In attesa di ordini pur di nascondere la propria omosessualità in un ambiente ancora largamente machista; s'illude di poter ottenere il posto sulla East Coast la docente di storia del Giardino dei martiri nordamericani; confonde le proprie vere intenzioni l'avvocato di La deposizione; vive un'intera vita di pura immaginazione il protagonista di Bacio vero. L'impostura patente abita le pagine di Il beneficio del dubbio, mentre una tragica menzogna conclude la vicenda di Gioia da soldato. E infine mente, in modo smaccato, compulsivo, forse perfino patologico, il bugiardo della storia omonima. Molte le bugie bianche, quelle che placano, consolano, leniscono, quelle pronunciate per umanità. La consonanza umana, sembra suggerire Tobias Wolff, è in grado di strappare il bugiardo alla solitudine che la menzogna procura. Se è menzogna letteraria, ripaga con la stessa moneta. Tobias Wolff è nato nel 1945, in Alabama, negli Stati Uniti. È considerato da molti il piú accreditato erede di quella tradizione del realismo americano che parte da Hemingway e arriva a Carver; tre dei racconti di Proprio quella notte (« Stile libero») sono stati inseriti nelle antologie della serie Best American Short Stories. Vive tra New York e la California, insegnando scrittura creativa e letteratura. Di lui Einaudi ha anche pubblicato Nell'esercito del Faraone («I coralli»), un memoir sulla guerra del Vietnam, Il colpevole (« Stile libero»), Un vero bugiardo («Stile libero»), Quell'anno a scuola («Stile libero») e La nostra storia comincia(«Supercoralli»).
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