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Uno dei modi migliori per far rivivere il pensiero di un uomo: ricostruire la sua biblioteca.
Marguerite Yourcenar
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Pindaro Le Olimpiche a cura di Bruno Gentili, Carmine Catenacci, Pietro Giannini e Liana Lomiento «Ottima è l'acqua e l'oro / come fuoco che avvampa / rifulge nella notte / più di ogni superba ricchezza.» È l'apertura dell'Olimpica I, «il più bello fra tutti i canti», come di essa scriveva Luciano sei secoli dopo la sua composizione. Un inizio solenne, nel quale regnano la trasparenza e il bagliore: quelli che più tardi si sarebbero riassunti nella parola claritas. E che subito riverberano nei versi successivi, nei quali splende l'astro fulgido del sole che arde «nell'etere deserto». A voler cantare gli agoni, sostiene Pindaro, si deve per forza scegliere i migliori, le Olimpiadi: che sono come l'acqua, l'oro, il fuoco, il sole, e che ebbero luogo in Grecia per oltre mille anni, dal 776 a.C. a quel 393 d.C. nel quale l'imperatore Teodosio e il vescovo Ambrogio li proibirono. Bruno Gentili è stato professore di letteratura greca all’Università di Urbino e Accademico dei Lincei. Carmine Catenacci insegna lingua e letteratura greca all’Università «Gabriele D’Annunzio» di Pescara. Pietro Giannini è professore di letteratura greca all’Università Liana Lomiento insegna letteratura greca all’Università di Pindaro, poeta greco del V secolo a.C., fu considerato inimitabile nel suo modo fantasioso e originale di comporre, tanto che il suo influsso giunge sino alla poesia moderna e a poeti come Goethe. |