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Pirjevec, Tito e i suoi compagni

collana: Einaudi Storia
editore: Einaudi
data pubblicazione: 2015
pagine: XIV - 626
prezzo: € 42,00
ISBN: 9788806211578
a cura di:
traduzione di: Joze Pirjevec
argomento: Storia
formato: brossura
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Joze Pirjevec

Tito e i suoi compagni

 

L'unica biografia di Tito e del suo apparato di potere: una monumentale opera di ricerca storica e un racconto incalzante nel cuore di tenebra del Novecento.

Dittatore che sembra sfuggire alla definizione del tiranno, oppositore di Stalin, artefice di un modello socialista alternativo e promotore del movimento dei "paesi non allineati", oggetto di caricatura dopo lo sfacelo della Jugoslavia, Tito è una figura di estrema complessità e interesse storico. Dall'infanzia alla surreale agonia nei suoi ultimi anni, Joze Pirjevec ci consegna un resoconto completo, equilibrato, esauriente e di estrema leggibilità della vita di Tito, del suo mondo e dei suoi compagni, che rappresenta al medesimo tempo una storia appassionata della ex Jugoslavia.

Despota o ribelle? Nonostante trentacinque anni di dittatura, non si può considerare Tito come un tiranno alla stregua di Stalin: al contrario, proprio perché si era ribellato al terrore staliniano, istituendo in Jugoslavia un socialismo «autogestito» dal volto umano, Tito è rimasto nella memoria di molti suoi «sudditi» come un uomo a cui essere grati. La Jugoslavia che lasciò alla sua morte era decisamente diversa da quella del 1945: era passata dal regime centralizzato staliniano al «socialismo di mercato», conoscendo una rapida industrializzazione, grazie a cui le masse popolari godettero di una costante crescita della qualità della vita, anche se dovuta in gran parte ad aiuti esterni. Per quanto il potere fosse nelle mani del Partito, il sistema autogestito permetteva ai cittadini di esercitare qualche influenza sulla vita politica. L'opposizione era proibita, ma la vita intellettuale non era soggetta a censura preventiva e le frontiere erano davvero aperte al passaggio delle persone e delle idee. Senza Tito, non ci sarebbe stata la frattura con Stalin. A suo favore vi è pure la sua epica ribellione a Hitler e a Mussolini che assicurò ai popoli jugoslavi la vittoria sui nazifascisti. Inoltre, a partire dagli anni Cinquanta, riuscí a sottrarsi al canto delle sirene dell'Occidente, mettendosi a capo dei Paesi «non allineati». Non va però ignorato il fallimento del regime di Tito, incapace di conservarsi senza la sua forza di coesione, e di sviluppare l'esperimento dell'autogestione in una democrazia moderna e pluralista.

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Joze Pirjevec è docente di Storia all'Universitá del Litorale, Koper/Capodistria e membro dell'Accademia slovena delle Scienze e delle Arti. Tra i suoi libri recenti: «Trieste è nostra!» Lotta degli sloveni per il mare (1848-1954), Nova Revija, Ljubljana 2007. Con Einaudi ha pubblicato Le guerre jugoslave. 1991-1999 (2001), Foibe (2009) e Tito e i suoi compagni (2015).

Recensioni   

recensione di Patrick Karlsen sulla Lettura del Corriere della sera. (leggi)

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