collana: i Saggi |
editore: Einaudi |
data pubblicazione: 20/02/2024 |
pagine: X - 310 |
prezzo: € 30,00 |
ISBN: 9788806263447 |
a cura di:
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formato: rilegato |
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Arturo Cattaneo
Gianluca Fumagalli
Shakespeare in Hollywood
Un viaggio lungo un secolo tra cinema e teatro, Europa e America, mito e cultura popolare.
«Piú di ogni altro scrittore, ce n'è uno che ha fornito al cinema drammi, poesie e canzoni. Centinaia di attori, scrittori e registi hanno lavorato in film ispirati dalla sua magnifica eredità». Cosí Kenneth Branagh presenta un omaggio filmato di Hollywood a Shakespeare, durante la notte degli Oscar del 1997. È l'epifania di un processo di appropriazione culturale che ha accompagnato, con un andamento di tipo carsico, tutta l'evoluzione di Hollywood nella sua sfida al teatro per l'egemonia nell'entertainment moderno. Shakespeare è la figura piú titolata nell'intera storia degli Academy Awards: 86 candidature hanno portato a 30 Oscar per 26 film considerati shakespeariani a vario titolo. Questo sorprendente «culto dell'antenato» ha coinvolto, oltre ai canonici Laurence Olivier, Orson Welles, Franco Zeffirelli e Kenneth Branagh, grandi artisti hollywoodiani come D. W. Griffith, Mary Pickford e Douglas Fairbanks, Katharine Hepburn, Charlie Chaplin, George Cukor, Ernst Lubitsch, John Ford con Victor Mature, Joseph L. Mankiewicz con Marlon Brando, Elizabeth Taylor e Richard Burton, Charlton Heston, Al Pacino e molti altri.
All’inizio, «travestire» Shakespeare a teatro era stata una pratica comune, e dal giubileo del 1769 in poi il mito che si era creato intorno al Bardo ne aveva fatto qualcosa di ancora piú grande: il fondamento del DNA culturale dei popoli di lingua inglese. Agli inizi dell’Ottocento, Jane Austen scriveva che Shakespeare è «parte della costituzione di ogni inglese […] si diventa intimi con lui istintivamente». E come per ogni patrimonio genetico, il figlio pensa di averne diritto tanto quanto il padre, per cui i nascenti Stati Uniti se n’erano appropriati con naturalezza, decisione e creatività. Anche al cinema» Shakespeare era stato parte della conquista del West, onnipresente nelle città dei minatori e nei saloon di frontiera: non era innaturale che affiorasse in un western come My Darling Clementine di John Ford. O in un film di fantascienza come Forbidden Planet. In un musical ambientato a New York come West Side Story. O anche che fosse esplicitamente preso a modello per una tipica gangster story, come nel caso di Joe MacBeth.
Arturo Cattaneo insegna Letteratura inglese all'Università Cattolica di Milano. Ha studiato al Warburg Institute di Londra e ha pubblicato libri e articoli sulla letteratura e la cultura inglese del Rinascimento, la persistenza della tradizione classica nella letteratura inglese moderna, il romanzo del Settecento, la letteratura postcoloniale di lingua inglese, i rapporti tra letteratura e diritto, i rapporti letterari e culturali anglo-italiani. Tra i libri, Chi stramalediva gli inglesi. La diffusione della letteratura inglese e americana in Italia tra le due guerre (Vita e Pensiero 2007), e un lungo saggio creativo, Shakespeare e l'amore (Einaudi 2019). È autore di A Short History of English Literature (Mondadori 2019). Ha tradotto e curato l'edizione italiana dei saggi inglesi di Iosif Brodskij, Profilo di Clio (Adelphi 2003), e il libro di Charles Simic sull'arte di Joseph Cornell, Il cacciatore d'immagini (Adelphi 2005). È anche autore di romanzi (Ci vediamo a settembre, Sedizioni 2010; La notte inglese, Mondadori 2012) e racconti. Per Einaudi ha pubblicato anche, con Gianluca Fumagalli, Shakespeare in Hollywood (2024).
Gianluca Fumagalli ha scritto e diretto film indipendenti «riconosciuti d'interesse culturale nazionale» e premiati in festival internazionali: Come dire... (1983), A fior di pelle (1987), Café La Mama (1991), Quasi quasi... (2001). Ha firmato la regia di popolari serie tv per Disney e Mediaset. Laureato in Letteratura americana con una tesi sull'adattamento filmico del gangster novel, ha pubblicato un libro a piú mani sul cinema di fantascienza, Effetto macchina (Il Formichiere 1978) e ha tradotto il fondamentale testo sul montaggio cinematografico del Premio Oscar Walter Murch, In un batter d'occhi (Lindau 2000). Ha insegnato per anni a San Francisco, dove ha sviluppato in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura un format di conferenze-spettacolo, «Visite guidate al cinema italiano». Per Einaudi ha pubblicato, con Arturo Cattaneo, Shakespeare in Hollywood (2024).
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