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Dopo aver letto molto, scegli un pensiero che tu possa assimilare in quel giorno. Anch’io faccio così: del molto che leggo prendo sempre qualcosa. Lucio Anneo Seneca
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Jiri WeilSul tetto c’è Mendelssohn«Nei romanzi comparivano i gangster o i pistoleri del Far West, e anche loro si ubriacavano e si mettevano a sparare alla gente, ma si trovava sempre uno sceriffo che poi li toglieva di mezzo» In questo romanzo corale ambientato nella Praga occupata dai tedeschi ironia e tragedia si intrecciano con uno stile originalissimo, apprezzato da Philip Roth che considerava Weil un grandissimo scrittore. L’episodio che dà il titolo al libro è quello in cui Heydrich ordina di rimuovere la statua di Mendelssohn dal tetto del Conservatorio. Ma l’impiegato del Comune, aspirante SS, non sa la storia della musica e pensa di buttar giú la statua col naso piú grosso. Che è Wagner… Ma non mancano episodi ben piú drammatici, alcuni strazianti. In tutti i racconti del libro si respira un’atmosfera assurda, in cui si può morire per futili motivi o ci si può salvare per un colpo di fortuna. Tutto è aleatorio e slegato da ogni logica. Heydrich continuava a osservare attentamente la balaustra. All’improvviso, però, il suo volto si era contratto nell’espressione d’una rabbia e di un odio feroci. Com’è possibile, che schifezza è mai questa, com’era potuto accadere che avesse tenuto il suo discorso in un edificio sul cui tetto svetta quella statua nauseabonda? Una simile vergogna, una simile umiliazione… perché nessuno ha pensato d’ispezionare l’edificio prima che venisse consacrato all’arte tedesca? «Giesse», aveva urlato di colpo, indicando col braccio la balaustra, «faccia immediatamente in modo che quella statua venga rimossa. Telefoni questa notte stessa al Comune, ci dev’essere certo qualcuno di servizio. È intollerabile, è inuaudito, è una negligenza peggiore ancora che non l’alto tradimento. Sul tetto c’è Mendelssohn!» Jiří Weil nasce a Praskolesy (Boemia centrale) nel 1900. Nel 1937 pubblica il suo primo romanzo, Moskva-hranice (La frontiera di Mosca), che ottiene un buon successo. Inizialmente comunista, dopo un viaggio in Russia critica i processi politici e viene espulso dal partito. Durante l'occupazione nazista scampa alla deportazione simulando il suicidio nel fiume Moldava e poi vivendo nascosto. Dopo la guerra scrive due libri ambientati nella Praga occupata: Una vita con la stella (Rizzoli 1992) e Sul tetto c'è Mendelssohn, uscito postumo, e finora inedito in Italia. Entrambi sono stati molto lodati da Philip Roth. |
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