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Giulio Einaudi
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André BretonL’amour fou«Ogni volta che un uomo ama, niente può impedirgli di mettere in gioco, insieme con la sua persona, la sensibilità di tutti gli uomini» Mai come leggendo questo libro ci rendiamo conto di un fatto troppo tralasciato dalle storie letterarie: nel suo senso pieno e tuttora vitale, il surrealismo è stato una forma di vita molto piú che una poetica, una corrente di pensiero, una teoria compiuta del mondo e dell’uomo. La dinamica prevale totalmente sulla statica: è questo, si potrebbe dire, il nucleo radiante della rivoluzione surrealista, la sua leva capace di sollevare il mondo. Non resiste a questa energia in movimento nemmeno la distinzione tra il presente e il futuro: il primo non fa che esercitare la sua pressione sul secondo, finendo per modellarlo con la forza del desiderio. Il soggetto che racconta la sua storia in questo libro è, prima di ogni altra cosa, un uomo in attesa: solo da questa disposizione d’animo fondamentale potrà scaturire l’incontro decisivo, quello che imprime la sua virata alla rotta del destino. «Indipendentemente da ciò che sopraggiunge, o non sopraggiunge, l’attesa è in sé meravigliosa», afferma Breton. Un senso fortissimo di imminenza anima i giorni e gli spazi. Percorrere la città a piedi, preferibilmente con il favore della notte, significa predisporsi all’inatteso, al fuoco di fila delle contingenze. André Breton nasce a Tinchebray, in Bassa Normandia, nel 1896. A partire dagli anni universitari (studi di medicina non completati) si trasferisce a Parigi, dove vivrà tutta la vita. Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale fonda la rivista «Littérature» insieme ad Aragon e Soupault e pubblica i primi esperimenti di scrittura automatica. Conosce Tristan Tzara e aderisce al dadaismo. Nel 1924, con Eluard, Desnos, Picabia e Max Ernst, dà vita alla «Centrale di ricerche surrealiste» e scrive il primo Manifesto del surrealismo. Dopo anni di polemiche e litigi con i molti compagni di idee, negli anni Trenta rompe con Aragon e con il Partito comunista: rimane per molti anni l'unico «sacerdote e dittatore» del movimento surrealista. Muore a Parigi nel 1966. Delle sue opere Einaudi ha in catalogo i Manifesti del Surrealismo, e, nelle Letture, Nadja e L'amour fou. |
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