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Cesare Pavese
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Julian Barnes
L’uomo con la vestaglia rossaChi è l’uomo con la vestaglia rossa che compare nel famoso dipinto di John Singer Sargent? Quel dandy «vergognosamente bello» è il dottor Samuel-Jean Pozzi, intraprendente ginecologo della noblesse parigina di fine Ottocento, instancabile uomo di scienza ed esteta decadente. È seguendo le sue tracce che Julian Barnes ci porta nella rutilante Belle Époque europea, fra le celebrità che la animano, da Gustave Flaubert a Oscar Wilde, da Sarah Bernhardt a Edmond de Goncourt. Un viaggio affascinante in un’epoca tanto simile alla nostra: «decadente, frenetica, violenta, narcisistica e nevrotica». Nell’estate del 1885 tre francesi giungono a Londra per un viaggio di piacere. Pur eleganti e disinvolti, i tre formano «uno strano trio»: due sono aristocratici, uno è un borghese; due hanno «tendenze elleniche», uno è di un’esuberante eterosessualità; tutti e tre – il conte Robert de Montesquiou-Fezensac, il principe Edmond de Polignac e il dottor Samuel-Jean Pozzi – frequentano gli stessi salotti mondani della Parigi fin de siècle, e li influenzano al punto da meritarsi una trasposizione artistica, in forma letteraria o pittorica, ad opera di alcuni fra i piú grandi artisti loro contemporanei, da Marcel Proust a John Singer Sargent. Ma che ci fa un medico borghese fra individui di cosí alto lignaggio, in una società tanto rigidamente stratificata? Samuel-Jean Pozzi è il figlio di un pastore di provincia, ma diventa un chirurgo e ginecologo di fama per aver messo a punto tecniche pionieristiche nella sua specialità medica. Entra nelle grazie dell’aristocrazia parigina per averne curato un buon numero di esponenti femminili, e altrettante averne amate (una su tutte l’attrice Sarah Bernhardt, che coniò per lui il lusinghiero epiteto di «Docteur Dieu»). Ma soprattutto la sua affinità con i poeti, gli artisti e i pensatori piú celebri della Belle Époque è dovuta al suo fascino di uomo di scienza e al suo amore per la razionalità e il libero pensiero. A partire dalla sua vita e da quella dei suoi compagni, Julian Barnes tratteggia un quadro vivacissimo di un’intera epoca e delle monumentali figure che la animavano – Henry James, Richard Wagner, Gustave Flaubert, Edmond de Goncourt, Paul Valéry, Dante Gabriel Rossetti, Alma-Tadema, Oscar Wilde… un parterre eccezionale, fra le pagine di Julian Barnes – e lo fa servendosi di testimonianze, epistole, diari, atti processuali, articoli di giornale, inserti saggistici e splendide illustrazioni. Ne nasce un libro ricco e originale che vive della tensione tra realtà e rappresentazione, tra fiction e non-fiction, tra vita e letteratura. Julian Barnes è nato a Leicester. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti fra i quali il Somerset Maugham Award, il Prix Médicis, lo Shakespeare Prize, l'Ordre des Arts et des Lettres, il David Cohen Prize for Literature e il Premio Malaparte. Con Il senso di una fine ha vinto il Man Booker Prize 2011. Fra le sue opere, tutte in corso di pubblicazione per Einaudi, sono a catalogo: Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2, Oltremanica, Amore, ecc., England, England, Amore, dieci anni dopo, Arthur e George, Il senso di una fine, Evermore, Livelli di vita, Il pappagallo di Flaubert, Metroland, Il rumore del tempo, Il porcospino, Prima di me, L'unica storia, Guardando il sole, Con un occhio aperto, Il pedante in cucina e L'uomo con la vestaglia rossa.
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