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…i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità permanente.
Francesco Petrarca
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Hwang Sok-Yong
Tutte le cose della nostra vitaDopo l'arresto del padre e marito, Occhiapalla e sua madre sono costretti a riorganizzarsi la vita a Isola fiorita, la discarica di una grande città coreana. Un ambiente durissimo e pericoloso, dal quale il ragazzo riesce di tanto in tanto a evadere grazie all'aiuto dell'amico Pelatino e soprattutto degli antichi e misteriosi spiriti che ancora vivono da qualche parte ai margini di quel luogo inospitale. Sarà una di queste «luci blu» ad aprirgli la prospettiva, non si sa quanto duratura, di un'esistenza diversa. Alla estrema periferia di una grande città della Corea del Sud, si estende un’enorme discarica chiamata Isola fiorita. È qui che vivono coloro che la metropoli ha emarginato e spinto verso la povertà, ed è qui che, negli anni Ottanta del secolo scorso, arrivano il quattordicenne Occhiapalla, il cui padre è recluso in un non meglio definito centro di recupero, e sua madre. Abitano in una baracca costruita con materiali di scarto e per sopravvivere si aggregano alle migliaia di persone che, suddivise in squadre, setacciano la discarica in cerca di cibo, di materiali riciclabili, di tutto ciò che gli abitanti della città hanno messo da parte. Ai margini della discarica, un luogo che priva gli individui della loro dignità, persone che non hanno piú il proprio nome ma solo nomignoli (Occhiapalla, Pelatino, Falco, il Barone), esiste un mondo diverso, eredità di una fase piú antica di Isola fiorita, una fantasmagoria di bellezza e natura, dove Occhiapalla e il suo nuovo amico Pelatino possono rifugiarsi. A metterli in contatto con questa realtà parallela è lo spirito di un bambino che di tanto in tanto misteriosamente appare e altrettanto misteriosamente scompare fra le nebbie che salgono dalla discarica. Sarà questa moderna reincarnazione di un tokkaebi, le leggendarie creature della mitologia e del folclore coreani, a condurre i ragazzi verso un tesoro nascosto che potrebbe consentire loro di cambiare completamente vita. Ma forse per gli abitanti di Isola fiorita, il riscatto non è proprio previsto. Ambientato negli anni della dura dittatura del generale Chun Doo-hwan, Tutte le cose della nostra vita mette in risalto gli esiti del rapido sviluppo economico della Repubblica di Corea che dall’essere uno dei paesi piú poveri del mondo divenne una delle nazioni piú industrializzate. Ma il prezzo di questo «miracolo economico» fu molto alto, tanto in termini di emarginazione economica e sociale, quanto in una dimensione piú strettamente culturale, con l’adesione a un modello di vita basato su un consumismo sfrenato. Hwang Sok-yong, nato nel 1943 nell'attuale Changchun - oggi Cina, ma all'epoca Manciuria - tornò in Corea nel 1947 insieme ai genitori. Costretto a combattere in Vietnam con l'esercito americano, venne successivamente imprigionato varie volte per motivi politici. Oggi è il piú importante scrittore coreano e, come disse il premio Nobel giapponese Kenzaburō Ōe, «il piú importante ambasciatore della letteratura asiatica». Per Einaudi ha pubblicato Come l'acqua sul fiore di loto (2013), Bianca come la luna (2016) e Tutte le cose della nostra vita (2020). |
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