Ecco quello che non si dovrebbe mai cessare di essere: dei lettori, dei lettori puri, che leggono per leggere, che sanno leggere che, insomma, leggono e basta...

Charles Péguy

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Gregorio di Tours, I miracoli di san Martino

collana: i Millenni
editore: Einaudi
data pubblicazione: 19/05/2020
pagine:  CLXXIV - 514
prezzo: € 80,00
ISBN: 9788806233891
a cura di: Silvia Cantelli Berarducci
introduzione di:
traduzione di: Silvia Cantelli Berarducci
argomento: classici
illustrazioni:
formato: rilegato in cofanetto cofanetto con 12 tavole fuori testo a colori
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Gregorio di Tours

I miracoli di san Martino


Uno dei capolavori della letteratura agiografica

Restano famose le pagine che Auerbach dedicò a Gregorio di Tours in Mimesis, facendone il prosatore esemplare di un’epoca che aveva nel realismo immediato, cioè senza forti mediazioni intellettuali, la sua caratteristica stilistica. Poche idee astratte, nessuna strutturazione sintattica del mondo, ma in compenso immagini vive e tangibili, di grande forza espressiva. Tutto questo Auerbach lo diceva a proposito della Storia dei Franchi. Ma Gregorio di Tours, oltre che storico, fu un fecondissimo agiografo. I suoi otto libri di Miracoli rappresentano una delle testimonianze piú importanti per lo studio di quello che viene considerato l’aspetto distintivo della religiosità del periodo post-romano: il culto dei santi e delle loro reliquie. Dei quattro libri dedicati a san Martino, patrono della città di Tours di cui Gregorio fu vescovo metropolitano, viene qui proposta la prima traduzione italiana accompagnata da un ampio commento. Il racconto dei miracoli di Martino si snoda in una narrazione realistico-simbolica che possiede molteplici motivi di interesse: in primis quello propriamente religioso, per il significato quasi liturgico delle ripetute sequenze miracolistiche, e per il carattere a un tempo fisico e spirituale proprio del santo presente ancora in questo mondo attraverso le sue reliquie; poi quello culturale, per il rapporto con la medicina popolare e con la tradizione medica greco-romana, ma anche per il significato attribuito alla malattia del corpo interpretata come segno dell’unica vera malattia: quella dell’anima; infine quello pastorale e politico, sia per quanto riguarda le modalità e i contenuti della predicazione svolta da Gregorio, sia per la connessione di quest’ultima con una visione interamente confessionale della società umana che il vescovo di Tours condivise con Gontrano (· 592), il sovrano della dinastia merovingia a cui fu maggiormente legato. Si tratta di motivi tra loro interconnessi, difficilmente scindibili l’uno dall’altro, rintracciabili nei resoconti di ogni singolo miracolo: resoconti strutturati all’interno di un protocollo che ha strettamente a che fare con l’organizzazione dei pellegrinaggi e la conservazione delle reliquie, e rimanda a un impasto complesso di spiritualità e agire politico. Quest’opera di Gregorio di Tours ci immerge in un mondo non sempre facile da comprendere, e in una religiosità affascinante anche perché cosí diversa da quella delle epoche precedenti e successive.

 

Gregorio di Tours nacque nel 538 in una famiglia dell'aristocrazia senatoria di Clermont-Ferrand. Legato da vincoli di parentela a numerosi vescovi, egli stesso, intorno ai dodici anni, decise di intraprendere la carriera ecclesiastica, che lo porterà a essere consacrato sul seggio episcopale di Tours. Durante gli anni del suo episcopato (573-594) svolse un ruolo politico di primo piano che va messo in relazione al tentativo di imporre Tours come centro di aggregazione della vita spirituale di tutte le regioni della Gallia. La sua opera letteraria, comprensiva dei dieci Libri historiarum (piú comunemente noti come Storia dei Franchi) e di almeno altri dieci libri riconducibili al genere agiografico, lo impone come lo scrittore piú rappresentativo della Gallia merovingia.

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