Ecco quello che non si dovrebbe mai cessare di essere: dei lettori, dei lettori puri, che leggono per leggere, che sanno leggere che, insomma, leggono e basta...

Charles Péguy

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Arasse, L’uomo in prospettiva


collana:  Grandi Opere 
editore: Einaudi
data pubblicazione: 26/11/2019
pagine: 324
prezzo: € 85,00
ISBN: 9788806243050
a cura di:
prefazione di: 
traduzione di: Luca Bianco
argomento:
formato: rilegato con 140 illustrazioni a colori
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Daniel Arasse

L’uomo in prospettiva

i primitivi italiani


L'elaborazione della coscienza artistica italiana analizzata nel dettaglio da un grande storico dell'arte.

Daniel Arasse ha sempre privilegiato un efficace approccio critico all’iconografia e alla storia dell’arte fondato su una modalità di esercizio particolare dello sguardo, in costante ricerca degli intimi significati artistici delle opere e delle motivazioni profonde che le hanno generate. Questo libro, uno dei primi dell’autore, ricostruisce «ciò che gli uomini del XIV e del XV secolo cercavano attraverso le immagini» e offre al lettore un doppio punto di vista, sempre oscillante tra la nozione di individualità e quella di scuola, in grado di restituire per intero la ricchezza e la complessa evoluzione di due secoli di pittura. Arasse sottolinea l’originalità e la varietà degli esperimenti locali, da affiancare al modello toscano, ed elabora gradualmente il profilo dei primitivi non solo come precursori ma anche come «altri» del moderno. Giotto, Masolino, Paolo Uccello, Masaccio, Piero della Francesca, Foppa, Botticelli, Mantegna, Pinturicchio, Antonello da Messina… tutti i principali artisti che operarono in Italia nel Trecento e nel Quattrocento misero a punto nelle loro opere «una nuova formula di figurazione del mondo e dell’uomo, fondata su una coscienza progressiva delle proprie dimensioni storiche e che talvolta si configura come un appello a farsi carico della storia nel suo insieme».

«La pittura degli anni finali del Quattrocento non è “piú avanzata” di quella di Giotto o di Simone Martini; è soltanto “diversa”. Le pagine che seguono vorrebbero, in particolare, farvi percepire la profonda originalità di questo “primitivismo” italiano, che troppo spesso viene percepito come il balbettio infantile di una coscienza “moderna”. In gioco c’è molto di piú: quelli che le immagini del Trecento e del Quattrocento trasmettono, infatti, sono degli ipotetici modelli a partire dai quali sarebbe possibile una comprensione del mondo naturale e anche un’organizzazione del mondo sociale; ma quelle immagini trasmettono anche gli interrogativi che inevitabilmente sorgono di fronte ai rivolgimenti che una rifondazione di quella portata globale per forza implicherebbe. È tra queste due polarità che si gioca il primitivismo dei pittori italiani».

 

Daniel Arasse (1944-2003), tra i piú importanti storici dell'arte degli ultimi decenni, direttore dell'Istituto francese di Firenze dal 1982 al 1989 e direttore di ricerca presso l'École des hautes études en sciences sociales di Parigi, ha scritto tra l'altro L'ambizione di Vermeer (Einaudi, 2006), Il dettaglio. La pittura vista da vicino (il Saggiatore, 2007), L'annunciazione italiana. Una storia della prospettiva (La Casa Usher, 2009), Il soggetto nel quadro. Saggi d'iconografia analitica (Edizioni ETS, 2010), Non si vede niente. Descrizioni (Einaudi, 2013), Storie di pitture (Einaudi, 2014) e L'uomo in prospettiva (Einaudi, 2019).

dello stesso autore nel catalogo Einaudi

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