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Cesare Pavese
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Colm Tóibín Brooklyn L'America vista dagli occhi di una giovane irlandese che emigra in cerca del suo posto nel mondo. 1952. Trovare lavoro a Enniscorthy, nel Sud-Est del-l’Irlanda, semina solo frustrazione e desiderio di un benessere che non c’è. La giovane Eilis Lacey, prigioniera del confronto quotidiano con la madre e la sorella Rose, non ha davanti a sé alcuna prospettiva, finché la visita di un prete emigrato, padre Flood, le fa intravedere l’opportunità di un’esistenza migliore, al di là dell’oceano, a New York. Sarà proprio a Brooklyn che Eilis a poco a poco imparerà a sentirsi a casa in una terra dove tutto è possibile. E l’incontro con Tony, un ragazzo italiano, cambierà la sua vita per sempre. Un romanzo in grado di parlare la lingua dei legami piú autentici e profondi, che attraversa oceani emotivi in quella linea d’ombra tra l’adolescenza e l’età adulta. Colm Tóibín è nato a Enniscorthy nel 1955. Oltre che di due raccolte di racconti e numerose opere saggistiche, è autore di altri otto romanzi, fra cui Il faro di Blackwater (Fazi, 2002) e Il testamento di Maria (Bompiani, 2014), finalisti al Booker Prize, The Master (Fazi, 2004), vincitore dell'IMPAC Award, e Brooklyn (Bompiani, 2009), vincitore del Costa Novel Award. Da Brooklyn è stato tratto nel 2015 il pluripremiato film omonimo. Vive a Dublino. Per Einaudi ha pubblicato La casa dei nomi (2018). |
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Recensioni recensione di Guido Caserza su Il Mattino. (leggi) |
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