...se non ci fossero i libri, noi saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio; la stessa urna che accoglie i corpi cancellerebbe anche la memoria degli uomini.

Cardinale Bessarione

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Reuveni, In principio, confusione e paura

collana: Letture Einaudi  
editore: Einaudi
data pubblicazione: 09/10/2018
pagine:   XIV - 216
prezzo: € 18,50
ISBN: 9788806239497
a cura di:
prefazione di: Elena Loewenthal
traduzione di:  Luca Colombo
argomento: narrativa straniera
formato: brossura
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Aharon Reuveni

In principio, confusione e paura


Allo scoppio della Prima guerra mondiale il progetto sionista entrò in crisi. Moltissimi ebrei insediati in Palestina provenivano dalla Russia e all'entrata in guerra dell'Impero ottomano a fianco degli Imperi centrali erano diventati dei nemici. Di fronte alla prospettiva di essere internati o spediti ai lavori forzati e di fronte alla paura di violenze e rapine, molti decisero di lasciare gli insediamenti e trasferirsi in Egitto o in America. Il romanzo di Reuveni, pubblicato nel 1919, racconta il bivio politico-morale-esistenziale di quanti dovevano prendere una decisione in quei giorni. Con personaggi in parte presi dalla realtà (Ben Gurion, Ben Zvi, Reuveni stesso) in parte di invenzione, come il contabile Tziprovitch, una delle grandi figure di «inetto» della letteratura del Novecento.

Sono tante le voci di questa storia. Tante e variegate, l'una diversa dall'altra. E c'è una straordinaria capacità dell'autore di intrecciare il pubblico e il privato, di mostrarci angoli di vita intimi, di costruire dialoghi che pare di sentirli con le orecchie e vederli nei volti e nei gesti dei personaggi. È un realismo molto particolare, quello di Reuveni: se c'è una tesi nel romanzo, che ruota intorno a questo nuovo spaesamento generato da circostanze storiche in cui ancora una volta gli ebrei sentono la terra mancare loro sotto i piedi, è non meno vero che queste pagine sono avvincenti per la trama, per il formidabile disegno dei suoi personaggi, della città, dei suoi spazi esterni e interni.
C'è in sostanza un attaccamento profondo e tenace alla realtà. E, soprattutto, alla complessità di una realtà piú inafferrabile che mai, in cui non è soltanto il futuro a essere incerto. A buon diritto, dunque, In principio, confusione e paura si inscrive nella categoria dei classici della letteratura ebraica moderna e contemporanea.

 

Aharon Reuveni nasce a Poltava (oggi in Ucraina) nel 1886. Dopo essere stato deportato in Siberia dalle autorità zariste perché militante di un gruppo armato di autodifesa ebraica, riesce a procurarsi documenti falsi e a fuggire in Giappone. Per piú di un anno viaggia per molti paesi asiatici, dalla Cina all'India, all'Impero ottomano. Per alcuni mesi lavora come traduttore alle Hawaii.
Infine, nel 1910, raggiunge la Palestina e lavora a un giornale sionista-socialista di Gerusalemme (esperienza che viene raccontata in questo romanzo). Durante la guerra scrive i suoi primi libri in yiddish, poi li traduce in ebraico. Nel 1919 pubblica In principio, confusione e paura (Einaudi, 2018), prima anta della trilogia su Gerusalemme che verrà completata negli anni immediatamente successivi. Nel 1920 partecipa alla missione del Consiglio ebraico di Gerusalemme per discutere a Londra sul futuro dell'intera regione. Nel 1929 abbandona con gran clamore il Partito dei lavoratori di Sion ed entra in polemica con il sindacato e con gli ambienti di sinistra. È poi uno dei padri della patria nel 1948 insieme al fratello Ben Zvi, che diventa il secondo presidente della Repubblica. Nel 1955 vince il premio Gerusalemme per la letteratura, nel 1969 il premio Bialik.
Nel 1971 muore a Gerusalemme.

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