collana: i Saggi |
editore: Einaudi |
data pubblicazione: 2011 |
pagine: XX - 376 |
prezzo: € 38,00 |
ISBN: 9788806207311 |
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formato: rilegato con 139 illustrazioni nel testo |
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Cesare De Seta
Ritratti di città
Dal Rinascimento al secolo XVIII
«La rappresentazione della città, è bene ribadirlo - anche se le pagine scritte stanno sempre a dimostrare questo - ha retto a ogni sovvertimento di potere, a ogni evento della storia: si pensi solo quanti sono stati coloro che hanno governato e dominato le città di cui si è parlato. Liberi comuni, città-Stato, papi, re, imperatori, principi si sono succeduti vorticosamente al governo delle città, ma il "ritratto di città" è rimasto uguale solo alla logica che l'ha prodotto, come se esso possedesse una forza e una capacità di persuasione che nessun potere ha mostrato con tanta determinazione sul filo di molti secoli. In molte incisioni sono stati, di volta in volta, abrasi e sostituiti i nomi dei committenti o di coloro ai quali il "ritratto" era dedicato, damnatio memoriae assai piú rara in affreschi o dipinti: sintomo evidente del trascorrere impetuoso della storia e degli uomini che la fanno. Ma l'immagine è rimasta fedele solo a se stessa, e si è trasformata, quando si è trasformata, assecondando solo la propria intima e incoercibile ragione che l'ha prodotta. E questa sua straordinaria resistenza a qualunque potere della storia ha qualcosa di magico e affascinante».
Il ritratto di città è la forma piú alta di celebrazione del potere urbano, sia esso quello di un re, di un papa, di un principe o di un mecenate, e nasce nel Rinascimento con l'invenzione rivoluzionaria della prospettiva. I primi ritratti di città sono databili all'ultimo trentennio del Quattrocento e la loro manifesta intenzione è quella di mettere in scena la bellezza, la prosperità e la grandezza di capitali dell'Occidente come Firenze, Roma e Napoli. L'interesse per queste immagini si propaga a macchia d'olio in tutta l'Europa e non c'è città, sia essa capitale o dominante, che non ambisca a un manifesto ideologico e politico, che in molti casi ha intrinseche qualità d'arte. Questo studio ricostruisce la mappa dei ritratti dal Rinascimento al secolo dei Lumi, sia in senso geografico che tecnico e artistico. Con l'invenzione della stampa il genere conosce un'eccezionale fortuna da cui nascono i primi Atlanti di città dal Münster ai Merian, a Braun e Hogenberg: sillogi con intenzioni universalistiche che hanno lo scopo di far conoscere città di ogni paese. Sovrani e principi si appassionano a questo soggetto e commissionano affreschi per adornare i loro palazzi. Lentamente il baricentro della produzione iconografica si sposta dall'Italia alla Svizzera, alla Germania e all'Olanda, e poi in Francia, Spagna e Inghilterra. Il Seicento vede il trionfo di questo genere con ritratti incisi e dipinti di città sempre piú precisi e ampi. Pittori come El Greco, Didier Barra e Jan Bruegel scendono in campo con tele affascinanti. Con l'evoluzione scientifica della topografia si giungerà infine a realizzare grandi piante di città che hanno una funzione non solo celebrativa, ma anche amministrativa, fiscale e politica per il controllo delle masse urbane. Il lento divorzio tra arte e scienza diviene cosí definitivo.
Indice Premessa Introduzione I. La nascita del «ritratto di città» e la definizione delle tipologie di rappresentazione II. La città dipinta III. La diffusione della stampa e la nascita del «libro di città» IV. La grande diffusione del «ritratto» e la sua apoteosi V. Tra veduta e topografia Bibliografia Indice dei nomi Indice dei luoghi
Cesare de Seta insegna all'Istituto italiano di Scienze umane tra Firenze e Napoli, dirige il Centro studi sull'Iconografia della città europea all'Università di Napoli Federico II, e ha insegnato all'École des Hautes Études en Sciences Sociales a Parigi e in altre sedi all'estero. I suoi interessi sono rivolti prevalentemente alle arti tra Sette e Novecento, alla storia urbana e alla storia del paesaggio. Tra i numerosi volumi, tradotti in diverse lingue, si segnalano tra gli altri L'Italia del Grand Tour da Montaigne a Goethe (Electa 1998), Hackert (Electa 2005), Il Secolo della borghesia (Utet 2006), Le lettere e le arti (Aragno 2006), Viale Belle arti (Bompiani 2006), Roma. Cinque secoli di vedute (Electa 2006), Bella Italia. Patrimonio e paesaggio tra mali e rimedi (Electa 2007), Perché insegnare la storia dell'arte (Donzelli 2008), Vedutisti e viaggiatori in Italia tra Settecento e Ottocento (Bollati Boringhieri 2010), La città europea (Il Saggiatore 2010), Il fascino dell'Italia nell'età moderna (Raffaello Cortina 2011) e Ritratti di città (Einaudi 2011). Dirige per Laterza la collana Le città nella storia d'Italia e ha curato per la Storia d'Italia Einaudi i volumi Il Paesaggio e Insediamenti e territorio. Ha curato mostre in Italia e all'estero: tra queste Grand Tour. The Lure of Italy, Tate Gallery, Londra - Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1997-98; Hackert, Reggia di Caserta, 2007; España en el Mediterráneo. La construcción del espacio, Biblioteca Nacional, Madrid, 2006-2007.
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