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Se non ti è possibile leggere tutti i libri che potresti avere, basta che tu abbia i libri che puoi leggere. Lucio Anneo Seneca
Gustavo Zagrebelsky
Senza adulti
Il tempo presente ha rivoluzionato i rapporti tra le età della vita. Dei giovani è il presente e il futuro. Chi viene dal passato è un intruso. Bisogna prolungare la giovinezza fin che si può e con ogni mezzo. Questa contrazione annulla l'età matura, l'età della pienezza. Con quali conseguenze? Tutte le società possono perire, corrompendosi dal loro interno. Come gli organismi, possono de-generare. Per ri-generarsi, occorre mettere fine a qualcosa del passato, rinunciare a qualcosa cui si è fatta l'abitudine. Si dice che, per vivere, occorre saper morire: del tutto, se la degenerazione è inarrestabile; in parte, se è ancora rimediabile. Nel discernimento di ciò che è vivo e ciò che è morto dovrebbe consistere la politica. L'ideologia odierna è l'esatto contrario: la crescita e lo sviluppo che non ostacolano, ma moltiplicano i fattori della degenerazione. Cosí, al di là di vuoti e ipocriti discorsi a favore dei cosiddetti diritti delle generazioni future, la presente, credendo di salvare se stessa, sta lavorando contro. Come le età della vita si stanno contraendo nella sola giovinezza, cosí le generazioni corrono il rischio di ridursi a quella presente che opera credendo di potere disporre illimitatamente e immediatamente delle risorse che la terra, ancora per poco, è capace di offrire. Gustavo Zagrebelsky è professore emerito di diritto costituzionale all'Università di Torino. Collabora con il quotidiano «la Repubblica». Ha pubblicato presso Einaudi Il diritto mite (1992), Il «crucifige!» e la democrazia (1995 e 2007), La domanda di giustizia, insieme con Carlo Maria Martini, (2003), Principî e voti (2005), Imparare democrazia (2007) , Intorno alla legge (2009), Sulla lingua del tempo presente (2010) , Giuda (2011), Simboli al potere (2012), Fondata sul lavoro (2013), Fondata sulla cultura (2014), Liberi servi (2015) e Senza adulti (2016).
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