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Yiyun Li, Più gentile della solitudine


Supercoralli

2015, pp. 330 , € 20,00
ISBN 9788806208486

Traduzione di Laura Noulian


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Yiyun Li

Più gentile della solitudine


I silenzi della bella ed enigmatica Ruyu, l'entusiasmo ingenuo di Moran, la spavalderia di Boyang. Tre adolescenti che condividono la vita nel cortile comune di un caseggiato di Pechino, nel 1989, subito dopo le proteste e gli scontri di piazza Tienanmen. A vent'anni di distanza, si troveranno sparpagliati tra le due coste degli Stati Uniti e la capitale cinese, ora in piena crescita economica. Sarà il riemergere di un segreto dal loro passato a farli incontrare di nuovo.

Cosa unisce Boyang, giovane immobiliarista rampante di Pechino, Ruyu, commessa e amica-factotum di ricche e annoiate signore californiane, e Moran, ricercatrice di laboratorio in una sperduta azienda farmaceutica del Massachusetts? O meglio: quale segreto del loro passato li divide e li tiene lontani? E quale ruolo ciascuno di loro ha avuto nella morte dell'antica compagna cui si apprestano a dare l'ultimo saluto? Per scoprirlo, Yiyun Li ci riporta all'agosto del 1989, due mesi dopo il massacro di piazza Tienanmen. E tutto parte dall'arrivo a Pechino di Ruyu, orfana e (segretamente) cattolica, mandata in città dalle prozie a iniziare la scuola superiore con la sua preziosa fisarmonica come unico capitale. Quando la ragazza entra da outsider nel quadrilatero, il caseggiato tradizionale dove ogni aspetto dell'esistenza si svolge in comune, in apparente armonia, le vite di Boyang e Moran iniziano a cambiare. E lo stesso vale per il destino di Shaoai, studentessa universitaria e dissidente, piena di rabbia repressa per una società che sembra aver già cancellato i fermenti e il desiderio di libertà di poche settimane prima. L'alternarsi della realtà della Cina di fine anni Ottanta con la contemporaneità, tra Pechino e gli Stati Uniti, scandisce le esistenze dei quattro protagonisti, avvolte da un'aura di malinconica sospensione e stravolte, quasi senza che se ne rendessero conto, dai tragici eventi pubblici e privati che le hanno sfiorate. Di quelle vite Yiyun Li, con intima comprensione e confermata maestria, narra gli incontri, ridicoli, paradossali o combattuti, in un mondo dove i rapporti umani e d'amore sembrano regolati - per gli imprenditori come Boyang e le loro giovani amanti, ad esempio - solo dalla convenienza economica e dal calcolo. Ma, allargando ora lo sguardo a un altro tempo e a un'altra geografia, l'autrice ci regala un tepore nuovo: da qualche parte, magari in uno sperduto angolo del Midwest, esiste qualcuno che si rivela «piú gentile della solitudine».


Yiyun Li è nata a Pechino nel 1972. Nel 1996, laureatasi in Medicina, si è trasferita negli Stati Uniti, dove ha conseguito un Master of Fine Arts all'Iowa Writers' Workshop e dove vive tuttora. I suoi testi appaiono su «The New Yorker», «The Paris Review», «Glimmer Train», «Prospect» e «A Public Space». Per Einaudi ha pubblicato Mille anni di preghiere (2007), vincitore del Frank O'Connor International Short Story Award, del Pen/Hemingway Award e del Guardian First Book Award, I girovaghi (2010), vincitore della medaglia d'oro del California Book Award per la narrativa e finalista al Dublin Impac Award, e Più gentile della solitudine (2015). Nel 2010 «The New Yorker» ha nominato Yiyun Li fra i venti migliori scrittori americani con meno di quarant'anni.

Recensioni

recensione di Giuseppe Culicchia su ttL. (leggi)

recensione di Caterina Bonvicini sul Fatto Quotidiano. (leggi)


della stessa autrice nel catalogo Einaudi


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