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Hall, L'autoritratto

collana: i Saggi 
editore: Einaudi
data pubblicazione: 2014
pagine: 292
prezzo: € 28,00
ISBN: 9788806219758
a cura di:
traduzione di: Alvise La Rocca
argomento:
formato: rilegato
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James Hall

L'autoritratto

Una storia culturale


L'autoritratto è il genere artistico che meglio di altri contraddistingue la nostra epoca; ma gli artisti moderni sono ben lontani dall'averne esaurito forza e potenzialità. Questo libro offre un'ampia panoramica storico-culturale dell'autoritratto a partire dall'antico mito di Narciso e dai cosiddetti «autoritratti di Cristo» fino al proliferare di autoritratti di artisti contemporanei. In questo brillante e vivido racconto James Hall dimostra come l'atto di ritrarsi faccia parte di una tradizione lunga secoli, e molti sono gli aspetti che l'autore prende in considerazione: l'importanza dell'«ossessione per gli specchi» in epoca medievale; il diffondersi del genere durante il Rinascimento; l'intensità degli autoritratti- confessione di Tiziano e Michelangelo; gli autoritratti comico-caricaturali e quelli «inventati» o immaginari; la mistica dello studio d'artista da Vermeer a Velázquez; il ruolo svolto dalla biografia e dalla geografia nei ritratti seriali di Courbet e van Gogh; la tematica sessuale e la figura del genio nelle opere di Munch, Bonnard e Modersohn-Becker; le identità multiple di artisti quali Ensor e Cahun; fino a toccare gli ultimi sviluppi del genere nell'era della globalizzazione. Lungo tutto il libro, Hall non smette mai di interrogarsi sui motivi che inducono gli artisti alla pratica dell'autoritratto, e trova risposte scavando nel loro mondo e nella loro mentalità. Un volume magnificamente illustrato, che riunisce le opere di numerosi artisti, tra i quali Caravaggio, Alberti, Courbet, Dürer, Emin, Gauguin, Giotto, Goya, Kahlo, Koons, Magritte, Mantegna, Picasso, Raffaello, Rembrandt e Warhol.

«Oggi, in ogni parte del mondo, ci sono artisti che sull'autoritratto plasmano tutta la loro carriera. È invalsa l'abitudine di introdurre con un autoritratto le mostre di maestri antichi e moderni; oppure, nel caso di artisti che ne hanno realizzato più d'uno, con un'intera stanza di autoritratti, come se fossero i loro primi dipinti. Agli autoritratti di Rembrandt, Reynolds, Courbet e Munch sono state dedicate intere mostre. E se per caso un artista non ne ha realizzato neanche uno, o non ne ha realizzato un numero sufficiente, interviene a colmare la lacuna l'analisi freudiana. Troviamo allora autoritratti inconsapevoli, mascherati, dissimulati: la Monna Lisa sarebbe Leonardo travestito. L'autoritratto è il magico quinto elemento, primo tra eguali insieme ai quattro generi tradizionali: le storie, i ritratti, i paesaggi e le nature morte. A seconda delle opinioni, l'autoritratto è simbolo ispiratore di libertà artistica o sintomo di ciò che è stato qualificato come "cultura del narcisismo". Pochi rimangono indifferenti agli autoritratti, e a tutto ciò che si sostiene sul loro conto».

 

James Hall è un critico e storico dell'arte inglese. Attualmente è visiting research fellow alla University of Southampton e collabora regolarmente con diverse testate, fra cui il «Guardian», il «Times Literary Supplement» , il «Wall Street Journal» e «Art Newspaper». Tra i suoi libri ricordiamo The World as Sculpture. The Changing Status of Sculpture from the Renaissance to the Present Day , The Sinister Side. How Left-Right Symbolism Shaped Western Art e L'autoritratto. Una storia culturale.




Recensioni   

«Dall'autoritratto al selfie» di Riccardo De Palo - il Messaggero 28/04/14

dello stesso autore nel catalogo Einaudi

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