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Uno dei modi migliori per far rivivere il pensiero di un uomo: ricostruire la sua biblioteca.
Marguerite Yourcenar
Luisa Brancaccio Stanno tutti bene tranne me «Ora tutto è vivo, anche le pietre, ora tutto merita il rispetto che si concede alle cose animate, anche le carote, ora lei celebra la vita quando mangia, quando zappa, quando mette i chiodi nel muro per farci arrampicare la vite o quando stringe con la mano una pietra che tiene nella tasca dei pantaloni. Allora quando gli amici gli chiedono come sta sua moglie, lui che cosa deve rispondere? Sta elaborando la morte di un bambino e all'improvviso è circondata dalla vita». Luisa Brancaccio, Stanno tutti bene tranne me Alberi, costellazioni, cani, insetti, rampicanti sono ovunque tra le pagine di questo romanzo d'esordio feroce e nello stesso tempo toccante. La storia è potentissima e la scrittura capace di continue accensioni, lo sguardo sulle vicende umane è quasi naturalistico, senza giudizio, ha qualcosa di scientifico, seziona e analizza concetti giganteschi e solidissimi come la famiglia, il sesso, la vita e la morte rivelando un talento spiazzante. Luisa Brancaccio è nata a Napoli nel 1970 e vive a Roma. Ha scritto con Niccolò Ammaniti il racconto Seratina pubblicato in Gioventú cannibale (Einaudi 1996). Stanno tutti bene tranne me è il suo primo romanzo (Einaudi 2013). |
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