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Giulio Einaudi
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Mohsin HamidCome diventare ricchi sfondati nell'Asia emergenteCome puoi, tu, nato povero e fragile in un villaggio di campagna dell'Asia «emergente», diventare un magnate nel campo, piú o meno legale, della creazione, imbottigliamento e vendita di acqua minerale? Ci riuscirai, sta' sicuro, in dodici semplici passi. E se per ottenere questo obiettivo dovrai rinunciare all'amore, schivare l'idealismo, scendere a patti con militari e malavitosi, corrompere e truffare, la domanda che devi porti forse è questa: riuscirai dopotutto a essere felice? Dopo Il fondamentalista riluttante, in cui si racconta l'andata-e-ritorno nel mondo occidentale di un giovane pakistano di buona famiglia, Changez, laureato a Princeton, analista finanziario rampante e «giannizzero» dei tempi moderni, in Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente Mohsin Hamid presenta la storia di un'altra ascesa. Questa volta, però, Hamid cambia classe sociale, ambientazione e voce, proiettando il lettore quasi direttamente nei panni del «tu» protagonista, cui è rivolto il suo peculiare libro di autoaiuto. Dal poverissimo villaggio di una non meglio precisata nazione dell'«Asia emergente», il «tu» protagonista muove il primo passo: l'urbanizzazione. Da qui, sempre guidato all'apparenza dalle istruzioni a volte singolari del manuale, il protagonista si appresta a conquistare la ricchezza a tappe forzate, facendosi un'istruzione, evitando (senza troppo successo) d'innamorarsi, scansando gli idealisti e i gruppi religiosi, ricorrendo a mezzi poco ortodossi. E dell'Asia, nel corso di questa ascesa, emergono anche i lati oscuri o sommersi: la violenza, la corruzione che rende indispensabile «farsi amico un burocrate», la presenza pervasiva anche nella vita economica dei militari, «artisti della guerra». Finché anche il «tu» protagonista di Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente finirà, in maniera ironicamente speculare al Changez del romanzo precedente, per doversi «concentrare sui fondamentali»: stavolta, però, non per poter decidere freddamente della vita o morte finanziaria di un'impresa, ma per salvare la sua di fronte allo spettro del fallimento. Mohsin Hamid è cresciuto a Lahore, ha frequentato la Princeton University e la Harvard Law School, lavorando poi per diversi anni come consulente aziendale a New York. Il suo primo romanzo, Nero Pakistan, tradotto in Italia da Piemme, ha vinto il Betty Trask Award, è stato finalista nel PEN/Hemingway Award ed è stato un Notable Book of the Year per il «New York Times». Suoi articoli e saggi sono apparsi su «Time», «The New York Times» e «The Guardian». Il fondamentalista riluttante, pubblicato da Einaudi nel 2007 e tradotto in piú di 25 lingue, è stato un bestseller internazionale, ha vinto l'Anisfield-Wolf Book Award e l'Asian American Literary Award, oltre a essere selezionato tra i finalisti del Man Booker Prize. Da questo libro è stato tratto un film per la regia di Mira Nair. Nel 2013, sempre per Einaudi, è uscito Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente. |
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Recensioni «La cinica iniziazione alla ricchezza in un paese asiatico» di Linda Chiaramonte - Alias 22/09/2013 |
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