collana: Collezione di poesia |
editore: Einaudi |
data pubblicazione: 2013 |
pagine: XXX - 234 |
prezzo: € 15,50 |
ISBN: 9788806205300 |
a cura di: Irene Babboni |
prefazione di: Marcello Fois |
traduzione di:
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argomento: poesia |
formato: brossura |
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Antonio Delfini
Poesie della fine del mondo, del prima e del dopo
«Mercanti, banchieri, avvocati, ingegneri, cocchieri, non siete che polvere di rotti bicchieri, di cui faremo carta vetrata per sfregiare la faccia dei nostri irricordabili ricordi di ieri!»
Antonio Delfini, Poesie della fine del mondo, del prima e del dopo
Delfini pubblicò un solo libro di versi: Poesie della fine del mondo, uscito da Feltrinelli nel 1961. Nel 1995 il libro è stato riedito da Quodlibet con l'aggiunta di alcune poesie escluse dalla raccolta. Questa terza edizione amplia di molto la percentuale degli inediti, presentando per la prima volta un grosso nucleo di poesie degli anni Trenta e Quaranta tratte dagli autografi in possesso della figlia Giovanna. È un'occasione per considerare l'esperienza poetica di Delfini nel suo complesso, dall'inizio alla fine. Come scrive Irene Babboni nella sua Nota, si potrà vedere che la poesia di Delfini «è stata nel tempo manierista, lirica, romantica, crepuscolare, sghemba, sgrammaticata, scombinata, bettoliera, offensiva, innamorata. Ha tentato, di volta in volta, di rincorrere i poeti antichi, gli stranieri, i surrealisti. Non sempre ci è riuscita, certo. La sua è spesso "mala poesia" ("è mio dovere scrivere mala poesia", dice l'autore). Ma in questa mala poesia Delfini ha saputo inventare, prendere a prestito, a volte persino fraintendere, e sempre rimescolare con estro il tutto». Con la sua poesia Delfini ci ha lasciato una possibile lettura del mondo, e di una vita.
Antonio Delfini (Modena 1907-1963) è stato soprattutto autore di racconti. Il suo libro piú noto è Il ricordo della Basca (1938) che, rielaborato con il titolo Racconti, ha vinto il premio Viareggio pochi mesi dopo la morte dell'autore. Nel 1940 ha pubblicato Il fanalino della Battimonda, di ispirazione surrealista; nel dopoguerra, La Rosina perduta (1957), libro di racconti e scritti vari, Misa Bovetti e altre cronache (1958), Poesie della fine del mondo (1959). Nel 1982 Einaudi ha pubblicato i suoi Diari, a cura della figlia Giovanna e di Natalia Ginzburg, con una lunga introduzione di Cesare Garboli. Una raccolta dei racconti piú significativi è nel volume Autore ignoto presenta, curato e introdotto da Gianni Celati (Einaudi 2008). Nel 2013 Einaudi ha pubblicato una nuova edizione di Poesie della fine del mondo, del prima e del dopo, a cura di Irene Babboni e con una prefazione di Marcello Fois.
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