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In fondo, il mondo è fatto per finire in un bel libro.
Stéphane Mallarmé
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Gustavo Zagrebelsky
Fondata sul lavoroLa solitudine dell' articolo 1 Unico tra i diritti, il diritto al lavoro è esplicitamente enunciato tra i principî fondamentali della Costituzione. La politica deve essere condizionata al lavoro e non il lavoro alla politica. È bene ribadirlo, oggi, mentre è in corso il rovesciamento di questo rapporto. Il costituzionalismo ottocentesco, come dottrina politica nasce con un marchio classista che l'oppone alla democrazia. Ma basta aprire la nostra Costituzione all'articolo 1 per vedere quanto lungo sia stato il cammino che da allora è stato compiuto: «L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro». A questo ha condotto l'ascesa delle masse popolari, cioè del mondo del lavoro, alla vita politica e l'accesso alle istituzioni. In una parola, c'è stata la diffusione della democrazia, sia nella sua dimensione politica che in quella sociale. Il riconoscimento del lavoro come fondamento della res publica, cioè della cosa o della casa comune, significa compimento di un processo storico d'inclusione nella piena cittadinanza. Gustavo Zagrebelsky è professore emerito di diritto costituzionale all'Università di Torino. Collabora con il quotidiano «la Repubblica». Ha pubblicato presso Einaudi Il diritto mite (1992), Il «crucifige!» e la democrazia (1995 e 2007), La domanda di giustizia, insieme con Carlo Maria Martini, (2003), Principî e voti (2005), Imparare democrazia (2007) , Intorno alla legge (2009), Sulla lingua del tempo presente (2010) , Giuda (2011), Simboli al potere (2012) e Fondata sul lavoro (2013).
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