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Bellintani, Nella grande pianura

collana: Lo Specchio
editore:  Mondadori
data pubblicazione: 18/04/2023
pagine: 296
prezzo: € 20,00
ISBN:  9788804749035
a cura di: 
introduzione di:
argomento: poesia
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Umberto Bellintani

Nella grande pianura


Maestro appartato e totalmente autonomo della nostra poesia novecentesca, Umberto Bellintani ha realizzato un’opera la cui originalissima evidenza cresce sempre più d’importanza e s’impone agli occhi di ogni attento lettore. Nel suo percorso appare netta quell’energia espressiva che riesce a far coesistere, nei movimenti di una pronuncia nobilmente impostata, elementi di una personale esperienza di vita, legata a eventi di varia natura, con formidabili aperture visionarie, passando da un profondo senso dell’arcano a immagini e presenze di una primitività dirompente. Una voce aspra, inquieta, la sua, ma sempre stilisticamente controllata, che passa dal racconto all’urlo, nei termini a volte di una particolarissima religiosità. In Bellintani agisce, increspando le pagine, il frequente slancio verso un senso anche misterioso di ciò che trascende la normalità del quotidiano, proponendo immagini di mitiche dimensioni, perfino di esotiche figure. Un’opera di insolito fascino, che in questo libro è proposta nella sua integrità, dagli esordi fino ai versi degli ultimi anni. Una raccolta completa la cui prima edizione, ancora vivente l’autore, fu pubblicata in questa stessa collana nel 1998 e già allora comprendeva anche poesie rimaste inedite tra le carte del poeta che, per un periodo di ben trentacinque anni circa, e nonostante le non poche richieste anche di autorevoli figure della poesia e dell’editoria, non aveva voluto uscire dal suo totale isolamento. L’edizione di Nella grande pianura che oggi riproponiamo è a sua volta arricchita da una ulteriore, significativa serie di testi ritrovati nelle carte private di un autore di cui Eugenio Montale aveva colto “le cadenze classiche”, considerandolo poeta “fresco, pieno di fantasia e di sentimento”.

 

Umberto Bellintani (San Benedetto Po, Mantova, 1914-1999) frequentò l'Istituto d'Arte di Monza, alla scuola di Marino Marini, diplomandosi in scultura nel 1937. Richiamato alle armi nel 1940, combatté in Albania e in Grecia, e fu prigioniero, dal 1943 al 1945, in campi di lavoro, tra cui Dachau. Si dedicò inizialmente alla scultura, che poi abbandonò, passando alla poesia e pubblicando nel 1953 la sua prima raccolta, Forse un viso tra mille (Vallecchi). Decisiva l'uscita da Mondadori nel 1963 di E tu che m'ascolti. Seguì un lunghissimo periodo di volontaria assenza, fino al ritorno con il riassuntivo Nella grande pianura, apparso nello Specchio nel 1998.

     

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