Richiedi la Card Einaudi
è gratuita
hai subito 3 vantaggi
Stampa il buono per
ritirare la Card Einaudi
Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma.
Cesare Pavese
|
Brunetto LatiniTresorLa summa del sapere storico, scientifico, filosofico e politico nel Medioevo. Tresor nel senso di scrigno pieno d'oro e di gioielli, una raccolta di beni spirituali preziosi: la filosofia teorica, «denaro contante»; la filosofia pratica e la logica, «pietre preziose»; la retorica e la politica, «oro fino». L'opera più famosa di Brunetto Latini è di fatto un'enciclopedia medievale scritta in forma abrégée rispetto alle trattazioni latine del XIII secolo, come lo Speculum di Vincenzo di Beauvais, perché al pubblico della nuova cultura laica di mercanti, amministratori, giudici e notai (come Brunetto) servivano strumenti più agili e compendiati. Per la stessa ragione Brunetto non scrive il suo trattato in latino, ma in francese, la lingua emergente di allora, non essendo ancora il toscano, prima di Dante, una lingua abbastanza strutturata per potervi sostenere un'opera impegnativa in prosa. La storia universale, la medicina, le scienze naturali, la geografia, l'agricoltura, l'architettura, il bestiario di tutti gli animali conosciuti: sono materie in cui Brunetto si dimostra supremo divulgatore. Ma il cuore dell'opera risiede nelle parti sull'etica e sulla politica. La retorica come fondamento dell'arte di governo è uno snodo che caratterizza le idee nuove di Brunetto, mutuate dalle antiche di Aristotele e Cicerone. Porre la cultura classica a fondamento della gestione del potere nelle società comunali italiane significava avviare un processo che avrebbe avuto un lungo sviluppo e conseguenze durature. E per questo si può dire che Brunetto non fu soltanto «padre» di Dante, ma capostipite di un rinnovamento della cultura italiana che avrebbe riguardato molte generazioni. Brunetto Latini nacque a Firenze intorno al 1220 e nella sua città morì nel 1293. Notaio, di parte guelfa, fu esiliato dopo la vittoria ghibellina di Montaperti e visse in Francia per sei anni. Al rientro riprese la carriera politica giungendo fino al priorato. Dante lo considera il suo ideale maestro e lo incontra fra i violenti contro natura nel canto XV dell'Inferno dove Brunetto, al momento del commiato, gli raccomanda «il mio Tesoro, | nel qual io vivo ancora». Oltre al Tresor, ha scritto in volgare toscano la Rettorica, traduzione e commento del De inventione di Cicerone, e due opere in versi: il Favolello e il Tesoretto. |
|||||||||||||||||
Medioevo: tra cronaca ed enciclopedia Brunetto Latini, Tresor Cronache di San Gallo |