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In fondo, il mondo è fatto per finire in un bel libro.
Stéphane Mallarmé
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Sergio Landucci I filosofi e i selvaggi Che impatto ebbero le notizie etnografiche via via provenienti dal Mondo Nuovo sui maggiori filosofi moderni, quali Montaigne, Hobbes, Locke, Vico, Montesquieu, Rousseau, e su alcune correnti di pensiero come, nel Seicento, il libertinismo, e, nel Settecento, la scuola scozzese di Ferguson, Adam Smith, Robertson? Su quali basi si svilupparono le indagini filosofiche caratteristiche dell'età moderna, che riguardavano la relatività di costumi e valori, il rapporto fra le società e le istituzioni politiche, l'origine delle religioni, i modi di procurarsi il sostentamento, la distinzione, nell'uomo, fra natura e cultura? I filosofi e i selvaggi di Sergio Landucci ricostruisce con estrema chiarezza un complesso panorama intellettuale, filosofico e antropologico, popolato di grandi protagonisti del pensiero, di fondamentali teorie e scoperte che pervengono fino ad oggi: la possibilità di convivenza in assenza dello Stato, il radicamento della religione in reazioni emotive profonde, la dipendenza dei modi di vivere dai modi di soddisfare i bisogni primari, i costi della civilizzazione; senza trascurare di portare in luce la formazione di lessici adeguati a siffatte problematiche, con al centro la nozione stessa di civiltà. Indice Sergio Landucci (Sarzana 1938) ha insegnato Filosofia morale nell'Università di Firenze. Ha pubblicato, tra l'altro, Hegel: la coscienza e la storia (Firenze 1976), La contraddizione in Hegel (Firenze 1978), La teodicea nell'età cartesiana (Napoli 1986), Sull'etica di Kant (Milano 1994), La mente in Cartesio (Milano 2002), I filosofi e Dio (Bari 2005), La doppia verità. Conflitti di ragione e fede tra Medioevo e prima modernità (Milano 2006) e I filosofi e i selvaggi (Einaudi 2014). |
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