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In fondo, il mondo è fatto per finire in un bel libro.
Stéphane Mallarmé
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Frank Lloyd Wright La città vivente Sul tema della città dell'avvenire, Wright ha lavorato per un quarto di secolo, nel modo che gli era tipico e che accentuava quando gli argomenti gli stavano particolarmente a cuore: un modo soggettivo, partigiano, intriso di egotismo. E, per questo, ancora piú affascinante, perché mescola all'utopia una buona dose di pragmatismo, alla fantasia progettuale una ricca e meditata capacità di riflessione. Se è vero, come il grande architetto ritiene, che il disordine sociale ed economico del nostro tempo sia conseguenza inevitabile dell'eccessivo accentramento, si tratterà di valorizzare in concreto l'indipendenza e il rispetto individuali, la coscienza della natura e del suo utilizzo, insieme a una piú intensa percezione della bellezza. A lungo sentito come un «manifesto» per la libertà e la dignità dell'uomo, e considerato, come avviene per ogni bandiera, anche come utopistico, il messaggio di Wright si è dimostrato estremamente concreto e puntuale per chi si sia posto il problema dell'urbanistica contemporanea in termini non astratti. I piani di Wright per la «Città vivente», qui dettagliati con una sorprendente varietà di fotografie, disegni originali, schizzi e planimetrie, includono ogni attività (scuola e teatro, arterie stradali, stadi sportivi, edifici agricoli). Indice Frank Lloyd Wright (Richland Center 1869 - Phoenix 1959) è stato uno dei massimi architetti contemporanei. Frequentò per alcuni anni la facoltà d'ingegneria all'Università del Wisconsin, quindi passò alla Chicago Architectural School. Dopo un periodo di intensa attività edilizia, quello delle «Case della prateria» nel Middle West, visitò l'Europa, nel 1910; poi, durante la prima guerra mondiale, visse per qualche anno in Giappone. Nel 1939 venne una seconda volta in Europa e fu insignito dal re d'Inghilterra di una medaglia d'oro. Tornato negli Stati Uniti, visse fra Taliesin West in Arizona e Taliesin nel Wisconsin, dirigendo in entrambe le località una libera scuola d'architettura. Fra le numerose opere che l'hanno reso celebre ci limiteremo a ricordare: il Larkin Building a Buffalo (1904); l'Imperial Hotel a Tokyo (1915- 1922); la Casa Kaufmann detta «Casa sulla cascata» (1936) a Bear Run; il Museo Solomon R. Guggenheim a New York (1943) e l'ardito progetto della «Torre da un miglio» a Chicago (1956). Di Wright, Einaudi ha pubblicato La Città vivente (PBE Ns 2013, con prefazione di Jean-Louis Cohen e un saggio di Bruno Zevi). |
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