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Waldman, Nei confini di un giardino


collana: Supercoralli  
editore: Einaudi
data pubblicazione: 2012
pagine: 400
prezzo: € 20,00
ISBN: 9788806197575
a cura di:
traduzione di: Cristiana Mennella
argomento: narrativa straniera
formato: rilegato
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Amy Waldman

Nei confini di un giardino


«L'idea era semplice: un giardino rettangolare, cinto da un muro, guidato da una geometria rigorosa. Al centro sorgeva un padiglione rialzato, dedicato al raccoglimento. Due canali ampi e perpendicolari dividevano in quattro uno spazio di due ettari e mezzo. All'interno di ogni riquadro i sentieri imponevano una griglia agli alberi veri e d'acciaio, piantati come i filari di un frutteto. Un muro perimetrale bianco, alto otto metri, racchiudeva l'intero spazio. Le vittime sarebbero state elencate sulla facciata interna del muro, i nomi disposti in modo da imitare l'involucro geometrico degli edifici distrutti. Gli alberi d'acciaio reincarnavano gli edifici in senso ancora piú letterale: sarebbero stati costruiti con i loro rottami recuperati».
Amy Waldman, Nei confini di un giardino

A due anni di distanza dall'11 settembre 2001, gli effetti dell'attentato ancora incombono sulla vita di tanti americani, impegnati a tentare di immaginare un futuro di guarigione e ritrovata serenità. Questo sforzo, individuale e collettivo insieme, ha bisogno di un simbolo, di un faro, di qualcosa che renda tangibile ciò che solo le parole - e a volte neppure quelle - riescono a evocare. Il monumento che dovrà assolvere il compito sarà un luogo di pace, un documento storico, una nuova partenza.
Viene cosí indetto un concorso anonimo e aperto a tutti per scegliere il progetto che meglio rappresenterà questa voglia di memoria e rinascita. Ma per quello che sembra in tutto e per tutto uno scherzo del destino, il progetto prescelto - il Giardino - risulta essere opera di un bravissimo architetto, referenziato e stimato. E musulmano.
Per un attimo sembra che quel nome, Mohammad Khan, arrivato in modo cosí inatteso al tavolo della giuria, sia una sorta di déjà-vu: una nuova esplosione, un altro attacco kamikaze, quasi un nuovo attentato alla società americana. Le reazioni dell'opinione pubblica alla notizia sono prevedibilmente di shock e incredulità. L'architetto vincitore si vedrà costretto a ripensare il suo modo di essere americano e musulmano, di essere figlio e compagno, e finirà con l'abbandonare la battaglia per rivendicare quegli stessi diritti che gli hanno permesso di diventare ciò che è, un onesto e produttivo cittadino americano. Proprio come negli effetti di una catastrofe, il romanzo squarcia il velo di un'umanità complessa, fatta di vite intense eppure solitarie, semplici e nascoste, di grandi successi e insuccessi, di riscatti e ambizioni, un'umanità che non smette mai di interrogarsi sulla natura del bene e del male, sul valore della giustizia e della tolleranza, e soprattutto sul valore della memoria individuale e collettiva.

 

Amy Waldman è stata codirettrice della sede sud-asiatica di «The New York Times». Alcuni suoi racconti sono apparsi su «The Atlantic» e «The Boston Review», per poi essere raccolti nell'antologia «The Best American Nonrequired Reading 2010». Vive a Brooklyn con la sua famiglia. Nei confini di un giardino è il suo romanzo d'esordio. Si è guadagnato un posto in Guardian's First Book Award, Kirkus' Top 25 Best Fiction 2011, Top Ten Debut Fiction e Amazon Top 100 Books for 2011 e ha vinto il Barnes & Noble Best Book of 20

 

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