Storia Barlaam e Ioasaf

collana: NUE . Nuova Universale Einaudi 
editore: Einaudi
data pubblicazione: 2012
pagine: CXXVI - 314
prezzo: € 35,00
ISBN: 9788806203955
a cura di: Paolo Cesaretti
a cura di: Silvia Ronchey
traduzione di: 
argomento:  classici
formato: rilegato
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Storia di Barlaam e Ioasaf

La vita bizantina del Buddha


«C'era a corte un uomo, funzionario tra i piú alti per grado, di vita ordinata e pia fede. (...) Accadde che un giorno il re se ne andasse a caccia con la solita scorta, e anche quel valentuomo fosse della partita. E mentre questi vagava tutto solo, gli capita, penso per divina Provvidenza, di trovare in una macchia un uomo accasciato al suolo, con un piede orrendamente maciullato da una bestia feroce; il quale, come lo vede venire, lo scongiura di non passare oltre, ma di avere pietà della sua disgrazia e ricondurlo a casa. E insieme soggiunge: "Vedrai che in futuro non mi rivelerò senza frutto, né ti sarò inutile". Il valentuomo rispose: "Ti aiuterò a rimetterti in forze e ti procurerò l'assistenza che posso: ma disinteressatamente, e per puro Amor del Bene. Comunque, qual è il profitto che - a quanto dici - mi verrà da te?" E quel povero invalido dice: "Io sono il Guaritore dei Discorsi. Se avviene che sia riscontrata ferita o infermità in parole o conversazioni, con appropriati farmaci io saprò guarirla, sì che il male non abbia a diffondersi ulteriormente"».
Anonimo, Storia di Barlaam e Ioasaf (a cura di Paolo Cesaretti e Silvia Ronchey)

Capofila di tutte le storie cristianizzate del Buddha, questo testo bizantino degli anni intorno al Mille ha una genesi affascinante tra il Caucaso e il Monte Athos, in un intreccio di lingue, culture e religioni diverse. A questo proposito l'introduzione di Silvia Ronchey è un avvincente «romanzo di filologia » che mostra come lo studio della tradizione dei testi possa toccare il cuore degli snodi culturali e, in questo caso, degli intricati rapporti fra Occidente e Oriente.
La Storia di Barlaam e Ioasaf racconta di un principe indiano che, grazie agli insegnamenti di un anacoreta, fugge dal palazzo dove il padre l'ha rinchiuso per proteggerlo dai mali del mondo, abbandona il destino regale e avvia il suo percorso mistico-eremitico. Che la storia ricalcasse quella del Buddha se ne erano accorti già gli studiosi di fine Ottocento, ma la matassa dei passaggi e delle mediazioni è stata dipanata solo in anni recenti, anche grazie all'edizione critica pubblicata da Robert Volk nel 2009. Basandosi sul suo testo e sui suoi apparati, Paolo Cesaretti consegna ai lettori una puntuale revisione della traduzione (di entrambi i curatori) e una ristrutturazione delle note e degli indici, che completano l'informazione aggiornata sull'insieme dell'opera fornita nel saggio introduttivo. Tutto questo rinnova profondamente l'edizione firmata dai due studiosi nel 1980. Si possono cosí apprezzare appieno per la prima volta sia le qualità narrative del testo sia la ricchezza allusivo-sapienziale delle parabole incastonate nel racconto, che hanno affascinato e influenzato molti scrittori nel corso dei secoli, da Iacopo da Varazze a Boccaccio, da Shakespeare a Tolstoj.

«C'è un personaggio singolare, in questo libro, cui viene dato il nome di Guaritore dei Discorsi. Quando nella discussione si profila un dissidio insanabile, un'aporia, questo terapeuta (therapeutes) interviene a sanarne i termini: a curare i tranelli delle domande, prima ancora che le risposte, per far uscire il discorso dall'impasse in cui è caduto e guarire il dialogo malato, evitando il degenerare dei conflitti.
Anche questo libro guarisce. Cura, ad esempio, i nostri discorsi sul presunto scontro di civiltà che dalla fine del XX secolo, dopo la caduta dei due imperi eredi di Bisanzio - l'impero ottomano all'inizio del Novecento, quello zarista, poi sovietico, alla sua fine -, sembra dominare il mondo attuale. (...) Il Barlaam e Ioasaf, non solo con la sua storia ma già nella storia della sua storia, cura la nostra logica. Il monstrum interconfessionale che ci consegna è l'epifania di un passato che garantisce la composizione degli scontri. Un passato bizantino fatto di ortodossia, ma anche di convivenza e mediazione religiosa, che col suo stesso esistere ci ricorda come tra civiltà siano invece possibili, spesso, degli incontri».
Dall'introduzione di Silvia Ronchey

 

Silvia Ronchey, scrittrice e studiosa di storia, insegna Civiltà bizantina all'Università di Siena. Collabora al quotidiano «La Stampa». Tra i suoi numerosi libri ricordiamo L'aristocrazia bizantina (Palermo 1999, seconda ed.), scritto in collaborazione con il grande bizantinista Alexander Kazhdan e L'enigma di Piero. L'ultimo bizantino e la crociata fantasma nella rivelazione di un grande quadro (Rizzoli 2006). Presso Einaudi ha pubblicato Lo Stato bizantino (2002) e Il romanzo di Costantinopoli. Guida letteraria alla Roma d'Oriente (2010); ha inoltre curato, con Tommaso Braccini, l'edizione italiana de Il mondo bizantino II. L'Impero bizantino (641-1204) e, con Paolo Cesaretti, Storia di Barlaam e Ioasaf. La Vita bizantina del Buddha (Einaudi 2012).

 

Recensioni  

«Quando Buddha era un santo cristiano» di Silvia Ronchey, La Stampa 13/11/12

Gli altri titoli della collana

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