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Juan Rulfo, La pianura in fiamme

collana: Letture Einaudi

editore: Einaudi
data pubblicazione: 2012
pagine:  X - 166
prezzo: € 24,00
ISBN: 9788806185220
prefazione di: Ernesto Franco
traduzione di: Maria Nicola
argomento: narrativa straniera
formato: brossura
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Juan Rulfo

La pianura in fiamme

 

«A volte ti viene da pensare, su questa strada senza limiti, che non ci sarà niente dopo; che non si potrà trovare niente laggiú, in fondo a questa piana rigata da crepe e torrenti in secca. E invece sí, c'è qualcosa. C'è un paese. Si sente che latrano i cani e si sente nell'aria l'odore del fumo, e si assapora quest'odore di gente come fosse una speranza».  Juan Rulfo, La pianura in fiamme

Pubblicato nei Nuovi Coralli Einaudi nel 1990, La pianura in fiamme torna in libreria in una nuova edizione ritradotta da Maria Nicola. Una raccolta di racconti in bilico tra verismo e sogno, tra la realtà del Messico post-rivoluzionario e l'atmosfera onirica che circonda personaggi che sembrano poter dialogare davvero solo con i propri fantasmi. «Quanto ai temi - scrive Ernesto Franco nella prefazione al volume -, Rulfo sembra Borges: non ci sono altro che tre temi dall'inizio dei tempi: l'amore, la vita e la morte», temi che incontriamo seguendo uomini che sopravvivono senza un'idea di futuro, di storia o di speranza, muovendosi in scenari quasi mitologici, fatti di altopiani desertici, pioggia e sole intollerabili. Come in Pedro Páramo - uscito nel 1955, due anni dopo la pubblicazione di questo libro - Rulfo racconta l'universale «attraverso un massimo di fedeltà alla radice del reale»: eventi precisi e definiti, che nascondono un significato che va ben oltre quanto è concretamente mostrato. Un libro che ha gettato le fondamenta del realismo magico ispano-americano e che ha contribuito alla consacrazione di Rulfo tra i massimi autori del Novecento.


«Certo, l'altopiano, le zone desertiche, i piccoli paesi sperduti o addirittura abbandonati. (...) Tuttavia non sono questi gli elementi che caratterizzano essenzialmente i racconti, bensì la meteorologia. Il sole intollerabile, la pioggia, il vento. In racconti come È che siamo tanto poveri (pioggia) oppure Luvina (vento), ma anche in tutti gli altri, la meteorologia vince ogni cosa. Non c'è altro elemento del paesaggio che sappia resisterle, non c'è opera dell'uomo che le si possa opporre. Pioggia e vento, gli elementi più effimeri e impalpabili del paesaggio, diventano incarnazioni di un destino comune anch'esso evocato con la minuscola, concretamente, tutto su questa terra. La meteorologia è il vero paesaggio dei racconti. E anche qui, Rulfo, fingendo un gesto massimo di realismo, porta i suoi racconti a liberarsi di storia e cronologia per creare un paesaggio universale della condizione umana». (dalla prefazione di Ernesto Franco)

 

Juan Rulfo nasce a Sayula, in Messico, nel 1918, in una famiglia agiata. Quando ha cinque anni, i «cristeros», fazione cattolica che contestava le leggi anticlericali della rivoluzione, uccidono suo padre; quando ne ha nove, la madre muore per un attacco di cuore; il piccolo Juan cresce in un orfanotrofio di Guadalajara. Compiuti gli studi medi superiori, si trasferisce a Città del Messico e nel 1936 trova lavoro come funzionario statale all'Ufficio emigrazione. Nel 1944 fonda la rivista letteraria «Pan». Nel 1948 cambia impiego diventando rappresentante di pneumatici. Nel 1952 ottiene una borsa di studio della Fondazione Rockfeller che gli consente di dedicarsi per alcuni anni alla scrittura letteraria. L'anno seguente pubblica la raccolta di racconti El Llano en llamas. Nel 1955 pubblica Pedro Páramo. Nel 1963 è assunto all'Istituto nazionale per gli studi indigeni, di cui diventa poi direttore. A partire dagli anni Sessanta diventa uno degli scrittori-culto della letteratura ispano-americana. Muore a Città del Messico nel 1986. Dopo El Llano en llamas e Pedro Páramo non ha più pubblicato libri di narrativa, ma ha scritto diverse sceneggiature per il cinema.
Di Juan Rulfo Einaudi ha pubblicato Pedro Páramo (L'Arcipelago, 2004) e La pianura in fiamme (Letture, 2012).

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