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...i libri che ti mancano per affiancarli ad altri nel tuo scaffale, i libri che ti ispirano una curiosità improvvisa, frenetica e non chiaramente giustificabile.
Italo Calvino
Gian Luigi BeccariaL'italiano che restaI come Italiano. Tra giravolte e divagazioni, frugando al suo solito tra memoria e presente delle parole, Beccaria affronta alcuni dei temi piú attuali dell'italiano che resta, che verrà o che è stato. Con garbo nella scrittura e rigore nell'indagine, Gian Luigi Beccaria ci accompagna tra le pieghe delle parole, sottolineando l'elemento permanente di quell'organismo mutevole che è una lingua. Della nostra, rileva il filo rosso dell'eredità classica che ne ha foggiato la consistenza stilistica. Sino a ieri la lingua letteraria procedeva attraverso libri fatti coi libri; ora lo scrittore fa di meno i conti con la tradizione: cinema, televisione, l'oralità, determinano la sensibilità generale verso la scrittura. Si osserva un evidente processo di «mondializzazione», che sembra uniformarsi verso standard universali riconoscibili ovunque. L'autore sviluppa anche il tema della bellezza intrinseca che possiedono le parole «abbandonate», ma soprattutto affronta polemicamente punti chiave della vita civile attuale: gli slogan, il deteriorarsi della vita politica, i problemi della scuola e degli studi umanistici, le nostre provinciali inclinazioni esterofile, la crisi della lettura attenta e consapevole. Gian Luigi Beccaria, linguista e critico letterario, ha pubblicato per Einaudi L'autonomia del significante (1975 e 1989), I nomi del mondo (1995 e 2000), Tra le pieghe delle parole (2009), Il mare in un imbuto (2010), Mia lingua italiana (2011), Alti su di me. Maestri e metodi, testi e ricordi (2013) e curato il Dizionario di linguistica e filologia, metrica, retorica (1994, 1996 e 2004).
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