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Chaucer, Opere

collana: i Millenni 
editore: Einaudi
data pubblicazione: 2000
pagine:  XIIV - 1959
prezzo: € 144,61
ISBN: 9788806150655
a cura di: Piero Boitani
traduzione di: Vincenzo La Gioia
Note a cura di: Emilia Di Rocco
Illustrazioni: 32 illustrazioni fuori testo
argomento: classici
formato:  2 volumi, rilegato in cofanetto
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Geoffrey Chaucer

Opere


In due volumi quasi tutte le opere di Chaucer: un'occasione unica per conoscere quello che viene ritenuto il padre fondatore della letteratura in lingua inglese.

Volume primo
Un lettore accanito si addormenta e sogna: l'incontro con un Cavaliere Nero che gli racconta le proprie pene d'amore; il viaggio verso la Casa della Fama; la visita al Tempio di Venere e un parlamento di uccelli presieduto da N atu- ra; una schiera di donne danzanti e Cupido. Un poeta insonne che volge nella mente i luoghi archetipici dell'immaginario e rivisita i libri della tradizione facendone scaturire il suo libro. Un cantore capace di riscrivere nientedimeno che un romanzo di Giovanni Boccaccio su Troilo e Criseida, ampliandolo sino a penetrare nell'animo della donna bellissima, innamorata e traditrice, e a descrivere un eroe paralizzato, meditabondo, malinconico, e un mezzano comico e raffinato. Ma anche un autore che rifiuta facili moralismi e concepisce l'amore come forza cosmica cui è soggetto persino Dio.
Geoffrey Chaucer (ca 1340-1400) è sempre stato considerato il padre fondatore della letteratura inglese, e certo ne è il maggior scrittore prima di Shakespeare. L'immagine che egli costruisce di sé nelle proprie opere pare un miracolo del Medioevo: eccolo trasvolare impaurito gli spazi pendendo dagli artigli di un'aquila chiacchierona, pedante e seccatrice; tornare a casa ogni giorno dal lavoro di regio ragioniere, e, affatto disinteressandosi del mondo che lo circonda da vicino, mettersi a leggere libri finché non gli s'offusca la vista; eccolo cantare poesie e storie d'amore, ma sostenere d'aver assai poca esperienza del medesimo nella pratica. La sua controfigura appare autoironicamente distratta, eremitica, libresca, goffa, inesperta, quasi ridicola: beffardo e minimalista, ecco dunque, in pieno Trecento, prendere forma un inglese da oleografia.
Eppure, i problemi che egli discute nei suoi primi capolavori, nel Libro della Duchessa, nella Casa della Fama, nel Parlamento degli uccelli, nel Prologo alla Leggenda delle donne eccellenti e nel Troilo - che in questo volume vengono presentati per la prima volta in Italia a seicento anni dalla morte dello scrittore - sono quelli che l'umanità e la poesia devono sempre affrontare: la legge di natura, l'amore e la morte; la riproduzione della specie e l'armonia universale; la sopravvivenza del nome; l'origine e il valore della parola, del racconto, della letteratura; la grande vicenda della vita. Chaucer affronta questi temi con leggerezza suprema e straordinaria eleganza, con uno sperimentalismo imperterrito ed entusiastico, adattando o inventando forme sempre diverse, utilizzando e stravolgendo i generi tradizionali: mostrando una inesauribile varietà di interessi, costante perplessità, l'inquietudine insomma di un moderno.

Volume secondo
Scriveva William Blake che «dei personaggi quali son descritti nei Racconti di Canterbury, alcuni nomi e titoli sono alterati dal tempo, ma i personaggi stessi rimangono per sempre immutati, e sono di conseguenza le fisionomie o lineamenti dell 'universale 'vita umana, al di là della quale la Natura non si spinge mai; i personaggi di Chaucer sono descrizioni dei Principi eterni che esistono in tutte le epoche». Chiunque legga il Prologo generale di quest'opera grandiosa non potrà mai dimenticare, infatti, i ritratti degli uomini e delle donne che in aprile si ritrovano in una locanda di Southwark, presso Londra, ciascuno con l'intenzione di recarsi in pellegrinaggio alla tomba di San Tommaso Becket a Canterbury. Condotti dall'Oste, ecco fra gli altri Cavaliere, Scudiero, Marinaio, Monaco, Mugnaio, Indulgenziere, Frate, Priora, Monaca, Chierico d'università, Donna di Bath, Parroco, e l'autore in persona, Geoffrey Chaucer, mettersi in cammino ed accettare il patto narrativo proposto dall'Oste: quello di raccontare, in via, novelle istruttive e divertenti.
Lo scrittore che proviene dall'atmosfera sognante e filosofica del Libro della Duchessa, della Casa della Fama, del Parlamento degli uccelli, dal grande romanzo, ambientato nell'antichità troiana, di Troilo e Criseida, si immerge ora in un singolare impasto di realtà, invenzione, ironia, favola, pietà, beffa.
All'interno dei racconti, emerge un mondo vastissimo e contraddittorio di epoche, culture, personaggi, problemi, che tocca, come nei drammi di Shakespeare o nei grandi romanzi dell'Ottocento, tutta la sfera delle attività, dei sentimenti, dell'immaginazione umana. Figure maschili e femminili affascinanti si oppongono e si completano in contrappunto: gli eroi e le eroine della cortesia antica e medievale, devoti e nichilisti, vittime e sopraffattori; l'infinita pazienza di Griselda e Costanza, ma anche la vivacità erotica di Alison e di May; uno straordinario discorso sull'attività dell'alchimista, una predica, un trattato morale, la leggenda di santa Cecilia, l'incontro perturbante con un Vecchio che è l'umano morire, una favola animalesca dall'irresistibile forza eroicomica, scherzi sottili e sguaiati a sfondo sessuale, domande lancinanti sul significato della, vita, della realtà, dell'illusione. Cultura alta e bassa del Medioevo si incontrano e si scontrano, i generi letterari vengono utilizzati, stravolti e presi in giro. È quella che John Dryden chiamerà la «divina abbondanza».

Indice
Volume primo
La divina abbondanza di Piero Boitani. Cronologia. Bibliografia generale. Nota sulla traduzione. Avvertenza. Poemi onirici. Sogni, storie e libri di Piero Boitani. Bibliografia. Book of the Duchess. Il libro della duchessa. The Parlamient of Fowls. Il parlamento degli uccelli. The Legend of Good Women. La leggenda delle donne eccellenti. Troilus and Criseyde. Troilo e Criseida "Troilo e Criseida" di Piero Boitani. Bibliografia.
Volume secondo
The Canterbury Tales. I Racconti di Canterbury. «I racconti di Canterbury» di Piero Boitani. Bibliografia. Note di Emilia Di Rocco.

 

Geoffrey Chaucer (1340 ca. - 1400), figlio di un agiato commerciante di vini e di una ricca ereditiera, fu amministratore, diplomatico e ambasciatore della Corona d'Inghilterra; per volere di Edoardo III fu in Italia tra il 1372 e il 1373. Fu sepolto nell'abbazia di Westminster, in quello che piú tardi sarebbe diventato il "Poet's Corner", il pantheon delle arti britanniche

Piero Boitani docente di letterature comparate presso l'Università "La Sapienza" di Roma, è uno dei maggiori studiosi di Chaucer a livello mondiale. Ha pubblicato tra l'altro Il tragico e il sublime nella letteratura medievale (il Mulino, 1992), L'ombra di Ulisse (il Mulino, 1992), Ri-scritture (il Mulino, 1998) e Sulle orme di Ulisse (il Mulino, 1998). Per Einaudi ha curato l'edizione delle Opere di Chaucer ("I millenni").

Le radici della narrazione moderna

Basile, Il cunto de li cunti

Cervantes, Don Chisciotte

Chaucer, Opere

Martorell, Tirante il Bianco

Murasaki Shikibu, La storia di Genji

Rabelais, Gargantua e Pantagruele

Sogno della camera rossa

Sotomayor, Novelle amorose ed esemplari

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Romanzo cavalleresco scritto in catalano nel XV secolo, un'opera affascinante e fortemente innovativa: ha aperto le strade della narrazione moderna con personaggi che «maturano» attraverso le vicende raccontate nel libro e che dimostrano un'interiorità e una dimensione psicologica effettivamente in anticipo sui tempi, oltre le schematizzazioni tipologiche medievali. Un punto di forza del libro, oltre le parti epiche e guerresche, riguarda l'amore e la sessualità, trattati molto esplicitamente, con arditezza di situazioni e di linguaggio che ancora oggi possono colpire.
La storia principale è quella di Tirante il Bianco, gentiluomo bretone, campione di tornei cavallereschi, che riesce con il coraggio e con l'ingegno a liberare l'isola di Rodi dall'assedio del sultano di Babilonia, dopodiché viene cooptato dall'imperatore di Costantinopoli per condurre la guerra contro i Turchi. Tirante si innamora della figlia dell'Imperatore, Carmesina, e Carmesina di lui, ma una serie di equivoci e di vicende allontana i due innamorati fino a che Piacerdimiavita, forse il personaggio piú amabile e divertente di tutto il libro, non riesce a farli finalmente congiungere carnalmente. Ma ancora molte altre storie, pubbliche e private, si alterneranno prima di arrivare al finale, che non sarà lieto né per Tirante né per Carmesina.

“E’ il Tirante un romanzo di cavalleria? Un romanzo storico? Un romanzo erotico? Un romanzo psicologico? Insomma cosa è? Appunto un romanzo totale, dichiara Vargas Llosa, un testo che permette, e sollecita, letture plurali, perfino antipodi che, molteplici e tanto svariate per cui basta infilare la via della univocità per poi trovarsi impaniato fra mille sorprese e irresolubili contraddizioni.”

“Cervantes lo definisce il «migliore libro del mondo» sottolineando che «qui mangiano i cavalieri e dormono e muoiono nei propri letti e fanno testamento prima della morte, con cose tali di cui tutti i restanti libri di questo genere mancano…».  Il punto centrale del discorso martorelliano, il fondamento e

l’ importanza dell’ opera risiedono nella rappresentazione realistica dei personaggi e delle azioni, , nella determinazione con cui si persegue una concretezza ancorata al vero e proprio vivere umano, terreno, naturale”.

(l paragrafi tra virgolette sono tratti da “Tirante il Bianco” di Giuseppe E. Sansone in Il Romanzo - vol. I, La cultura del romanzo a cura di Franco Moretti pp. 614-615)

Paolo Cherchi dà del romanzo di Martorell una traduzione che è filologicamente corretta, ma anche estremamente leggibile e godibile per il lettore di oggi.

 

Joanot Martorell nacque a Valencia nel 1411. Il padre era ciambellano del re d'Aragona, suo cognato era Ausiàs March, il piú grande poeta catalano del Quattrocento. Fu un cavaliere molto litigioso, spesso impegnato in duelli con altri nobili per i motivi piú vari. Morí nel 1465. Scrisse un primo romanzo di tipo cavalleresco, il Guillem de Vàroic, ancora di gusto arcaico. Alcuni studiosi gli attribuiscono anche il Flor de cavalleria. Il suo capolavoro, il Tirant lo Blanch, fu pubblicato soltanto postumo, nel 1490.

 

Filologo romanzo, Paolo Cherchi ha insegnato per molti anni letteratura italiana e spagnola alla University of Chicago. Per Einaudi ha curato il Millennio di Tommaso Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni del mondo (1996) e il Millennio Tirante il Bianco di Joanot Martorell (2013). Tra i suoi libri: La metamorfosi dell¿Adone (Longo 1996); Polimatia di riuso. Mezzo secolo di plagio (1539-1589) (Bulzoni 1998); L¿onestade e l¿onesto raccontare del «Decameron» (Cadmo 2004); Verso la chiusura. Saggio sul «Canzoniere» di Petrarca (il Mulino 2008); La rosa dei venti. Una mappa delle teorie letterarie (Carocci 2011).

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