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Non riesco a saziarmi di libri. E sì che ne posseggo un numero probabilmente superiore al necessario…
Francesco Petrarca
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Lilia Bicec Miei cari figli, vi scrivo «Se fossi una poetessa, dedicherei un'ode alle donne che sono andate a lavorare all'estero. Ma sono solo una madre, come tante, lontana da tutto ciò che per lei è piú caro e prezioso». «Non ero pronta a partire, ma ho dovuto abbandonare tutto e andarmene». Eppure Lilia, una giornalista moldava di trentacinque anni, una fredda mattina di dicembre decide di gettarsi alle spalle un marito indolente e violento e un paese soffocato dal caos e dalla povertà. Quando arriva in Italia non ha un lavoro né un posto dove stare, ma le strade sono illuminate come «palazzi dei grandi principi» e ovunque si legge la scritta «Buon Natale». Qui a nessuno importa della sua laurea e della sua istruzione, ma a poco a poco trova lavori e sistemazioni migliori e può fare i documenti per ottenere il permesso di soggiorno. La sua sete di conoscenza è fortissima: vorrebbe saperne di piú della storia e dell'arte italiana, vorrebbe leggere, studiare, ma la sera è cosí stanca da non riuscirci mai. Del resto, lei ha abbandonato da tempo il suo vero mestiere per i detersivi e i canovacci, e la sua vita interiore si è ridotta all'osso, assottigliata, proprio come il suo corpo che smagrisce sotto il peso della fatica e delle corse in bicicletta da un'abitazione all'altra. Lilia Bicec nasce in un piccolo paese della Repubblica moldava da Eugenia e Michael, ex deportati in Siberia. Studia a Chisinau dove diventa giornalista per giornali e radio. Nel 2000 arriva in Italia lavorando come colf e badante, ora vive a Brescia dove ha fondato l'associazione «Moldbrixia». Nel 2009 ha pubblicato in rumeno il nucleo centrale di Miei cari figli, vi scrivo (Einaudi, 2013) con il titolo Testamento non letto (Cartier). |
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della stessa autrice nel catalogo Einaudi |