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In fondo, il mondo è fatto per finire in un bel libro.
Stéphane Mallarmé
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Thomas Pynchon
La cresta dell'onda
A cinquant'anni dal suo esordio Thomas Pynchon rimane la voce piú lucida, ironica e illuminante del romanzo americano contemporaneo. Tra frodi e delitti, terrorismo e spionaggio informatico, l'encefalogramma allarmante del nuovo millennio. New York, 2001, nel breve intervallo tra il crollo delle società dot-com e l'11 settembre. Maxine Tarnow, separata, due figli da crescere, ha una piccola agenzia di investigazioni a Manhattan, specializzata in frodi. Da quando le hanno tolto la licenza può permettersi di fare il mestiere come piú le aggrada, girando con una Beretta, frequentando un mondo ai margini della legalità, dedicandosi a piccole operazioni di hackeraggio. Mentre indaga su una società specializzata in servizi di sicurezza informatici e sul suo direttore, uno stravagante miliardario che si è arricchito con la bolla speculativa di fine millennio, Maxine si imbatte in una serie di delitti, e in una realtà sotterranea fatta di spacciatori che viaggiano su barche a motore in stile art déco, nostalgici hitleriani, liberisti sfegatati, mafiosi russi, blogger, imprenditori. Un mondo che, come sempre nei romanzi di Pynchon, è tanto piú vero e vicino a noi quanto piú sembra solo il frutto della sua sfrenata e geniale fantasia. Thomas Pynchon (1937) è avvolto in un mistero pari solo a quello che ha circondato J. D. Salinger ed è considerato unanimemente il piú grande narratore americano (e non) dal secondo dopoguerra a oggi. Einaudi Stile Libero ha già pubblicato la sua unica raccolta di racconti, Un lento apprendistato, il suo secondo romanzo, L'incanto del Lotto 49, Vizio di forma, che per la prima volta in Italia ha raggiunto i vertici nelle classifiche dei best seller, e La cresta dell'onda.
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