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Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire.
Italo Calvino
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René Char Fogli d'Ipnos (1943-1944) Una volta di piú l'anno nuovo confonde i nostri occhi. | Alte erbe son deste che amore non hanno | Se non col fuoco e con la morsa e rimorsa prigione. | Dopo saranno le ceneri del vincitore | E il racconto del male; | Le ceneri saranno dell'amore; | La spinalba superstite al rintocco di morte; | Saranno le ceneri di te, | Immaginarie, della tua vita immobile sul suo cono d'ombra.
Dopo aver avuto legami con il movimento surrealista, René Char, nel corso degli anni Trenta, mentre il fascismo avanzava ovunque, maturò l’idea di una responsabilità del poeta e della poesia. Ciò che gli interessava era orientare la poesia verso un’etica: essa non deve chiudersi in se stessa, né abbandonarsi alle sirene del lirismo o alle seduzioni del linguaggio: “La poesia vive d’insonnia perpetua”. Quando scoppiò la guerra, René Char scelse l’azione: il poeta si eclissò e lasciò il posto al capitano Alexandre, lo pseudonimo con cui entrò e combatté nel maquis. In quel tempo di lotta tenne un diario. Diario di guerra, agenda, libro di bordo, sopravvivenza dell’anima: sono pagine terribili e intense che Albert Camus pubblicherà nella collana l’Espoir (Gallimard) nel 1945, dopo la guerra, con il titolo di Feuillets d’Hypnos. Proprio l’attesissima riedizione per Einaudi di questo volumetto, esaurito da anni e tradotto da Vittorio Sereni, dà oggi occasione al lettore italiano di (ri)scoprire una delle più alte voci poetiche del Novecento. René Char (1907-1988) - Autore di diverse poesie, tra cui Il martello senza padrone, nella quale l'autore riflette la sua esperienza surrealista, e Fogli di Hypnos (1946), opera consistente in riflessioni ispirate dall'esperienza partigiana, vissuta personalmente da René Char col soprannome di Capitano Alexandre, nell'ambito della resistenza francese, conosciuta dal pubblico italiano grazie alla traduzione di Vittorio Sereni.
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