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Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire.
Italo Calvino
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Amaltea Il mare non chiude mai Adottare tre bambini e restare allegri Quando i figli non arrivano, c'è un lungo viaggio da fare. Il viaggio per diventare genitori. Una madre e un padre disposti ad andare in capo al mondo pur di diventare genitori. Tre bambini che i genitori, invece, non li hanno avuti mai. Tra loro migliaia di chilometri, che poi è la distanza piú semplice da colmare. Perché, in mezzo, ci sono burocrazie da sconfiggere, pregiudizi da abbattere, assistenti sociali da convincere; e tempo, tanto tempo da far passare in un'attesa che ha ben poco di dolce. Almeno fino a quando un giudice non sancisce un vincolo capace di superare la presunta naturalità del sangue con la potenza degli affetti. In Il mare non chiude mai Amaltea - lo pseudonimo dietro cui l'autrice si cela per ragioni di privacy - ci racconta proprio questo, e tutto quel che ne consegue: che cosa significa trovarsi madre di tre bambini all'improvviso, senza l'esperienza del pancione a traghettare noi e gli altri? Ma confrontandosi con i problemi particolari che la scelta adottiva pone, Amaltea ci parla anche e soprattutto dell'essere genitori in sé, nella sua accezione piú universale e insieme piú quotidiana, con tutto quel bagaglio di domande, aspettative, paure e gioie che poco hanno a che fare con il modo in cui i figli sono entrati nella nostra vita. Perché, se figli si nasce, genitori si diventa. Amaltea, nata a Roma nel 1969, è giornalista. Nel 2011 ha adottato insieme a suo marito tre bambini russi. È autrice del blog «Adottiamoci tanto bene» nato da una rubrica su «Gioia». Nel 2015 ha pubblicato per Einaudi Il mare non chiude mai. |
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