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Atlante di Roma antica

VENT' ANNI DI RICERCHE, UN APPARATO ICONOGRAFICO APPOSITAMENTE ESEGUITO PER QUESTA EDIZIONE

Atlante di Roma antica

1. Testi e immagini  2. Tavole e indici

3708510, 2012, pp. 1248, 2 voll. cof. € 150,00 (non disponibile)

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L'Atlante è l'esito di circa venti anni di ricerche - condotte da una équipe di specialisti dell'Università di Roma "La Sapienza" in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma - volte alla comprensione e quindi alla restituzione del vero volto, aggiornato e talvolta inedito, della capitale di un impero.
Un ruolo decisivo, "visuale", gioca l'apparato iconografico eseguito appositamente per questa edizione. Oltre ai rilievi, ai grafici e alle numerose fotografie delle opere, interessanti e innovative dal punto di vista scientifico, sono le piante di fase che permettono una visione sinottica delle emergenze architettoniche relative alle diverse aree urbane mentre di sicuro impatto anche per il grande pubblico risultano le tante ricostruzioni tridimensionali dei monumenti più significativi, di grande formato.
Nella prima sezione viene indagata la città nel suo insieme: il paesaggio naturale e quello storico con i suoi confini sacri e le suddivisioni politico-amministrative, quello economico con i luoghi della produzione e del commercio, il paesaggio sociale (quartieri d'abitazione e proprietà privata), le infrastrutture (mura, viabilità, acquedotti, cloache) e le aree verdi (gli horti) in un'analisi che si spinge fino al Medioevo.
Nella seconda sezione viene accuratamente descritta l'Urbs nelle quattordici regiones augustee. Ogni capitolo consta di un testo chiaro e narrativo che traccia la storia della singola regio attraverso le tappe che hanno fatto registrare le più importanti trasformazioni urbanistiche mentre schede descrittive ed esaurienti didascalie sono destinate ai monumenti e alle opere d'arte.
Il curatore del volume è Andrea Carandini, uno dei più grandi archeologi italiani, che già nell'illuminante saggio iniziale dall'emblematico titolo Roma, in volo e in picchiata rivela la posizione di un intellettuale da sempre impegnato a sostenere una politica di comunicazione e valorizzazione dei beni culturali imprescindibilmente coniugata alle conoscenze, derivanti dalla ricerca scientifica e dallo scavo archeologico, dalle quali procede la tutela.


R. Lanciani,
Forma Urbis Romae,
Roma 1893-1901


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Palatium, domus c.d. dei Grifi
(X 101, tav. 67), piano interrato, triclinium
centrale, affreschi di II stile iniziale raffiguranti un
finto colonnato su plinti aggettanti decorati con
motivo a cubi prospettici, cui fa pendant l’emblema
in opus sectile al centro del pavimento a mosaico,
100 a.C. circa

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cermalus, domus Augusti,
36-12 a.C. (tavv. 71, 72).
Il complesso delle costruzioni augustee rivolte al
Circo Massimo. In alto, l’aedes Apollinis (X 13), tra
la domus Privata del principe a sinistra (X 14) e
forse la domus Publica a destra; dinanzi al tempio,
l’area Apollinis (X 201), con l’altare al centro della
piazza del Portico c.d. delle Danaidi; su un lato,
la bibliotheca Apollinis, con funzioni di curia (X
508); dal portico una scala conduce a un
terrazzamento sostruito posto a quota inferiore sul
quale si estende una seconda piazza porticata, parte
anch’essa dell’area Apollinis, forse la silva Apollinis,
dominata al centro da un secondo altare, forse
quello c.d. della Roma Quadrata e rivolta al circo
mediante un panoramico affaccio (maenianum);
nelle sostruzioni, numerose stanze per i servizi e
forse il Lupercale.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cermalus, domus Augusti,
36-12 a.C. (tavv. 71, 72). Davanti all’aedes (X 13),
l’area Apollinis (X 201) composta da due piazze
porticate situate a quote differenti e collegate da
una scalinata; in quella superiore, il Portico c.d.
delle Danaidi, sono ricostruibili l’altare del tempio,
racchiuso entro un recinto decorato con tripodi
(fig. 53), le statue bronzee dei buoi di Mirone, due
querce e un tempietto, forse il tetrastylum Augusti
(X 193); su un lato, l’edificio della biblioteca-curia;
nella piazza inferiore, forse la silva Apollinis,
cespugli di alloro a rievocare un antico bosco; sullo
sfondo, dietro alla domus privata del principe, i
templi di Victoria e Magna Mater (tav. 65), dietro
all’aedes Apollinis, l’arcus C. Octavii, l’ingresso al
complesso santuariale e domestico costruito da
Augusto. Ricostruzione di D. Bruno, illustrazione
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