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...se non ci fossero i libri, noi saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio; la stessa urna che accoglie i corpi cancellerebbe anche la memoria degli uomini.
Cardinale Bessarione
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Gabriele PedullàCerte sere PabloC'è stato un tempo, ed era solo ieri, in cui il richiamo della militanza era inevitabile per tutti, in una nebbia di sigarette, poche ore di sonno e nottate al freddo ad attaccare manifesti. Adesso quel tempo sembra finito, anche se il fuoco della politica brucia ancora in tanti «no» di oggi. Gabriele Pedullà rievoca come una grande storia d'amore collettiva lo spirito di un periodo - dagli anni Settanta ai primi anni Novanta - in cui tutto sembrava possibile. Anche l'assalto al cielo. Dov’è finita la militanza politica? Che ne è stato del movimento dei lavoratori che si proponeva di cambiare il mondo? Gabriele Pedullà appartiene all’ultima generazione che ha vissuto almeno uno scampolo delle battaglie ideologiche di allora: adolescenti arrivati tardi, ma ancora capaci di intuire qualcosa della grande politica novecentesca sporgendosi appena sull’universo degli adulti. E che per questo, forse, non hanno saputo o voluto prenderne congedo: come se quella esperienza, tanti anni dopo, continuasse a infestare una casa vuota. I tre racconti lunghi o romanzi brevi che – alla maniera di una pala d’altare – compongono il volume attraversando l’incendio degli anni Settanta, la cupa pacificazione degli anni Ottanta e la crisi successiva, sino ai giorni nostri, sono scritti per chi allora non c’era e vorrebbe sapere, per chi testardamente non ricorda e per chi, invece, proprio non riesce a dimenticare. In Portolano degli anni bisestili, un giovane liceale scopre la politica nel momento stesso in cui i piú grandi la abbandonano. In Certe sere Pablo, Pablo e Clara sono i piú belli, i piú intelligenti e i piú carismatici, e il loro idillio, nel turbine del Sessantotto, pare annunciare per tutti un avvenire migliore – ma qualcosa potrebbe non essere quello che sembra. In È stato un soffio, Carlo ha passato una vita a battersi a fianco dei piú deboli, finché un incontro inaspettato non arriva a scuotere le sue certezze dalle fondamenta, come in un racconto dell’orrore dei nostri tempi… Nessuna nostalgia, però. Perché ridendo, commuovendosi, palpitando per gli amori, le idee, gli atti di coraggio e di viltà dei vari personaggi, la posta in gioco rimane qui, semmai, un’altra: capire con gli strumenti insostituibili della letteratura. Dare degna sepoltura al passato con un libro in mano. Poi, forse – come dopo ogni seduta spiritica andata a buon fine -, ci si potrà anche rimettere in cammino, tutti assieme. Gabriele Pedullà (Roma 1972) insegna Letteratura italiana presso l'università di Roma Tre e scrive per «Il Sole 24 Ore». Autore di diversi libri di saggistica, tra cui il recente On Niccolò Machiavelli: The Bonds of Politics (Columbia University Press, 2023, in corso di traduzione per Einaudi), con Sergio Luzzatto ha curato l'Atlante della letteratura italiana (Einaudi 2010-12). Presso Einaudi ha inoltre pubblicato le raccolte di racconti Lo spagnolo senza sforzo (2009, Premio Mondello Opera Prima; Premio Verga; Premio Frontino), Biscotti della fortuna (2020, Premio Super Flaiano) e Certe sere Pablo (2024), e il romanzo Lame (2017, Premio Carlo Levi; Premio Martoglio). Le sue opere sono tradotte, o in corso di traduzione, in otto lingue. |
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