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Matar, Amici di una vita

collana: Supercoralli Einaudi
editore: Einaudi
data pubblicazione: 03/09/2024
pagine:  376
prezzo: € 21.00
ISBN: 9788806262280
a cura di:
traduzione di: Anna Nadotti
argomento: narrativa straniera
formato: rilegato
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Hisham Matar

Amici di una vita

 

Il 17 di aprile del 1984 dalla finestra dell'ambasciata libica a Londra parte una raffica di mitra che uccide una poliziotta e ferisce undici manifestanti anti-regime. C'è Khaled fra loro, c'è Mustafa, c'è Hosam, giovani appassionati di letteratura, uomini che credono nella parola e che l'esplosione di muta violenza strappa al loro futuro. Da allora intrappolati nel non-luogo dell'attesa e della nostalgia, i tre non smettono di cercare la via di casa. Ma quando quella che ci ha visto nascere ci è irrimediabilmente preclusa, la sola casa che ci resta è nel petto ben noto degli amici.
Per il giovane Khaled il Regno Unito è il luogo della libertà. Lo pensa sin da quando, nella sua casa di Bengasi, ha ascoltato la voce di un famoso speaker mediorientale leggere, sulle frequenze della Bbc, un racconto dello sconosciuto scrittore Hosam Zowa. Il potere dirompente di quelle parole non sfugge al quattordicenne Khaled, che ne serberà ancora la viva impressione quando, anni dopo, ne conoscerà per caso l’autore e legherà per sempre il proprio destino al suo. Giunto al diploma, Khaled opta per l’Università di Edimburgo; completati gli studi di letteratura e traduzione ritornerà in patria, assicura. «Non farti traviare» lo ammonisce suo padre alla partenza, ma non è alle solite tentazioni dell’adolescenza che si riferisce. A Edimburgo Khaled incontra Mustafa, un altro studente libico, come lui appartenente al ristretto gruppo dei «lettori», seriamente motivati allo studio e per questo tenuti d’occhio dalle «cimici» infiltrate. Con l’ardore e l’incoscienza dei ragazzi, Khaled e Mustafa decidono di partire per Londra e partecipare alla manifestazione anti-Gheddafi organizzata davanti all’ambasciata libica. Ma proprio dalla finestra di quell’ambasciata il 17 di aprile del 1984 parte una raffica che uccide una poliziotta e ferisce altre undici persone. È la fine della vita conosciuta, con i suoi legami, le sue certezze e i suoi progetti, e l’inizio di una nuova vita di vetro: non c’è luogo dove non ci si senta visibili e dunque in pericolo, non c’è momento in cui non si tema di andare in frantumi. Impossibile parlare con chicchessia dell’accaduto, impensabile tornare a casa, impervio andare avanti, nella vita, nel lavoro, nelle relazioni sentimentali. Solo chi ha conosciuto la medesima lacerazione può comprendere. Ma ciò che lega tanto strettamente può con facilità soffocare. Vent’anni dopo, alla vigilia della Primavera araba, la Storia presenta il suo conto, e il diverso modo dei tre amici di affrontare l’esilio, la perdita, la paura, l’amore e l’amicizia esplode in tutta la sua evidenza. L’autore di Il ritorno ci consegna ora un romanzo fatto di passi, un andirivieni dei suoi protagonisti nello spazio fisico e in quello mentale, e il cammino è affidato a pagine di dolente e luminosa bellezza.

 

Nato nel 1970 a New York da genitori libici, Hisham Matar è vissuto a Tripoli e poi al Cairo prima di trasferirsi a Londra. Per Einaudi ha pubblicato Nessuno al mondo (2006), tradotto in ventinove lingue e finalista al Man Booker Prize, Anatomia di una scomparsa (2011), Il ritorno (2017 e 2018), vincitore del Premio Pulitzer 2017 per l'Autobiografia e del Rathbones Folio Prize 2017, Un punto di approdo (2020) e Amici di una vita (2024), che si è aggiudicato l'Orwell Prize for Political Fiction 2024.

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