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…i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità permanente.
Francesco Petrarca
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Paolo VolponiLe mosche del capitale
Il grande romanzo sul mondo dell'industria italiana, della finanza e del potere, con il quale Volponi ci ha lasciato, nel 1989, il suo testamento narrativo. «Il personaggio di Bruto Saraccini è l’estrema proiezione autobiografica di Paolo Volponi, scrittore e manager di vertice (prima alla Olivetti, responsabile del personale e delle relazioni aziendali, in seguito alla Fiat, da consulente), così come Le mosche del capitale, edito da Einaudi nel 1989, è tanto un drammatico bilancio personale quanto l’allegoria di un universo in frenetica trasformazione. Oggetto del romanzo è il collasso dell’industria quale bene pubblico e base dello sviluppo democratico del Paese, è il nuovo ordine politico-economico che privatizza i profitti mentre socializza i costi della sua illimitata voracità, è infine l’era del capitale finanziario che trionfa su qualunque attività, quasi disponesse di una propria metafisica e di un dispositivo di legittimazione teologica. Allievo e collaboratore di Adriano Olivetti, cui il libro è dedicato, lo scrittore intuisce che il rapporto fra l’industria e la Polis si è definitivamente chiuso; amico e compagno di via di Pasolini, è costretto a riconoscere che ogni potenziale di Progresso si è tradotto nella pura dinamica dello Sviluppo, quasi che l’obbligo ai consumi avesse surrogato la democrazia. » dalla prefazione di Massimo Raffaeli Paolo Volponi nasce a Urbino nel 1924. Si laurea in legge e nel 1948 pubblica il suo primo libro di poesie, Il ramarro. Nel 1950 conosce Adriano Olivetti: nel 1956 entrerà nell'azienda di Ivrea dove in pochi anni raggiungerà i massimi livelli dirigenziali. Nel 1954 inizia l'amicizia con Pasolini. Nel 1955 esce il suo secondo libro di poesie, L'antica moneta, e nel 1960 un terzo, Le porte dell'Appennino. Del 1962 è il suo primo romanzo, Memoriale, seguito tre anni dopo da La macchina mondiale, che vince il premio Strega. Nel 1972 viene chiamato a Torino da Umberto Agnelli per uno studio sui rapporti fra città e fabbrica e prende il via la sua peraltro breve collaborazione con la Fiat. Escono quattro romanzi in sequenza: Corporale (1974), Il sipario ducale (1975, premio Viareggio), Il pianeta irritabile (1978), Il lanciatore di giavellotto (1981). Nel 1983 viene eletto senatore: il suo impegno parlamentare si interromperà solo nel 1993, per ragioni di salute. Nel 1986 un nuovo libro di poesie, Con testo a fronte. Nel 1989 Le mosche del capitale. Nel 1991 Volponi vince nuovamente il premio Strega con La strada per Roma, romanzo scritto in realtà negli anni Cinquanta. Muore per infarto ad Ancona nel 1994. Per Einaudi, nella collana "Letture Einaudi" sono stati pubblicati anche I racconti (2017), a cura di Emanuele Zinato. |
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