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Uno dei modi migliori per far rivivere il pensiero di un uomo: ricostruire la sua biblioteca.
Marguerite Yourcenar
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Miriam ToewsNotte di battagliaRidere e commuoversi insieme, come nelle storie migliori.
Da sua nonna Swiv impara milioni di cose indispensabili e del tutto inutili, essenziali e strampalate. Soprattutto impara a ridere sempre e non mollare mai. «Siamo tutte combattenti. Siamo una famiglia di combattenti»: sua nonna Elvira, incontenibile e meravigliosamente irriverente, sua mamma «Mooshie», lunatica e pericolosamente incinta, e lei, Swiv, un vulcano di parole e idee da brandire contro le avversità. Ridere, combattere, semmai piangere, ma tutte insieme, perché «disfunzionale» può non essere cosí male, se si accompagna a una famiglia come la sua. E poi si sa, le battaglie solitarie sono le piú dure. Swiv è stata espulsa da scuola per rissa – non per la prima volta – e lo scrive a un padre che non c’è, come gli racconta tutto quel che capita nella sua piccola, strampalata famiglia. Questa volta a scuola non ci torna, l’ha deciso. Alle adulte di casa dovrà star bene: del resto sua madre, in rotta con il regista della pièce teatrale nella quale recita, al terzo trimestre di gravidanza e sempre pronta a tirar fuori «l’artiglieria pesante», come Swiv definisce le sue incontenibili e preoccupanti crisi di rabbia, ha altro a cui badare. E quanto a sua nonna Elvira, bè, ci penserà lei all’istruzione casalinga della nipotina: una «riunione di redazione» ogni mattina, tanto per fissare gli obiettivi, e poi via, lezioni di matematica insolubile, analisi dei sogni, Sudoku, scrittura di ricordi, lettere a Dio e ai figli non nati, Fatti memorabili, Il paroliere, il tutto con il sottofondo a volume spiegato di partorienti e gente assassinata nei telefilm in tv, o dei berci della partita ogni volta che giocano i Raptors. Soprattutto, la nonna Elvira le insegna a lottare sempre e a non mollare mai, come ha dovuto fare lei, aggrappandosi alla sua lingua segreta, nel suo lungo doloroso passato di vittima della religione e del patriarcato che ha visto morire quasi tutti i suoi parenti, alcuni di propria volontà. Tanto è sboccata, civettuola ed esilarante Elvira, tanto è prude, seria e coscienziosa Swiv: è lei a occuparsi dell’incolumità della nonna, somministrandole le medicine (e gettandosi a terra all’urlo di Scatta, Swiv! ogni volta che ne semina qualcuna sul pavimento), lavandola, cucinando per lei, accompagnandola in viaggi avventurosi, tenendo a mente tutti i dettagli, perché alla nonna «restano solo cinque minuti da vivere e non vuole sprecarli in piccolezze ».
E poi c’è quel bambino nella pancia di sua madre, Gord lo chiamano, e, chissà, potrebbe anche essere femmina… |
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