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Gramsci, Il popolo delle scimmie

collana: Super ET
editore: Einaudi
data pubblicazione: 03/05/2022
pagine:  LVI - 280
prezzo: € 13,00
ISBN: 9788806253769
a cura di: Marco Revelli
contributi di:
traduzione di: 
argomento: classici
illustrazioni:
formato: brossura
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Antonio Gramsci

Il popolo delle scimmie

 

La nascita del regime vista in presa diretta, attraverso gli occhi del piú grande intellettuale italiano del Novecento. Perché non ci sono parole migliori di quelle di Antonio Gramsci per comprendere cosa sia veramente stato il fascismo e cosa potrebbe tornare a essere.

Il fascismo è il grande rimosso del nostro paese. Se ne parla sempre ma non se ne parla mai davvero. Attualizzato o sminuito, sempre e comunque in qualche modo travisato da forme di revisionismo piú o meno subdole. Ma il fascismo è stato qualcosa di molto complesso e di ben piú inquietante; e se aguzzassimo la vista oggi lo potremmo scovare dove meno ci si aspetterebbe di trovarlo. In queste pagine sono raccolti gli scritti piú illuminanti dedicati da Antonio Gramsci all’ascesa del regime fascista. Scritti che ne rivelano i legami con le grandi trasformazioni che attraversavano le società capitalistiche, e che mettono al centro le classi sociali, i tempi della storia, le forme del comando e i processi di modernizzazione fordista. Scritti che mostrano l’evoluzione di un pensiero d’avanguardia, sempre vigile e acuto malgrado l’isolamento e le sofferenze della prigionia. Un pensiero a cui tornare ogni volta, per sorprendersi di quanto possa continuare a parlarci con la stessa attualità.

«Finita la lettura di questi testi gramsciani, la si potrà considerare un’utile, e sofferta, “lezione di storia”, focalizzata su quel tempo del ferro e del fuoco che fu la prima metà del Novecento. E tale è, senza dubbio. Tuttavia, è difficile chiudere il libro senza portarsi dietro un'”ombra”: quasi il senso di una vicenda non completamente sepolta nell’involucro del suo passato, la quale finisce per lasciar filtrare, in chi la ripercorre, l’inquietante soprassalto che si prova quando s’intuisce che de te fabula narratur». Marco Revelli


Antonio Gramsci nasce ad Ales, tra Cagliari e Oristano, nel 1891. Fin da bambino mostra deformazioni della schiena e del torace dovute al morbo di Pott. Grazie a una borsa di studio, frequenta la facoltà di Lettere dell'Università di Torino, dove segue, fra gli altri, i corsi del linguista Matteo Bartoli e del dantista Umberto Cosmo. Nel 1914 è iscritto al Partito socialista e nel 1915 viene assunto nella redazione torinese dell'«Avanti!». Sempre a Torino, nel 1919, fonda il settimanale «L'Ordine nuovo». Nel 1921, insieme a Bordiga, promuove la scissione del Partito socialista e la fondazione del Partito comunista d'Italia. Nel 1922 parte per Mosca come delegato del partito nell'esecutivo dell'Internazionale comunista, e lí conosce Giulia Schucht con la quale avrà due figli: Delio (1924) e Giuliano (1926). Nel 1924 fonda il quotidiano «l'Unità». Nello stesso anno viene eletto deputato in Parlamento. Nel 1926, in violazione dell'immunità parlamentare, è arrestato dalla polizia fascista e processato per attività cospirativa e istigazione alla guerra civile. Alla conclusione del processo, nel 1928, viene condannato a vent'anni e recluso nella casa penale di Turi, in provincia di Bari. Nel 1929 inizia la stesura dei «Quaderni». Nel 1933, per gravi motivi di salute, è trasferito in una clinica di Formia e poi, in libertà vigilata, nella clinica Quisisana di Roma, dove muore quattro anni dopo. Le sue ceneri vengono inizialmente conservate al Verano e poi, per iniziativa della cognata Tatiana Schucht, trasferite al Cimitero acattolico di Roma, dove si trovano tuttora.

 

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