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Hopkins, Poesie

collana: Collezione di poesia
editore: Einaudi
data pubblicazione: 12/04/2022
pagine: 352
prezzo: € 17,00
ISBN: 9788806251055
a cura di: Viola Papetti
traduzione di: Viola Papetti
contributi di: Giorgio Manganelli
argomento: poesia
formato: brossura
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Gerard Manley Hopkins

Poesie

1875-1889


Not of all my eyes see, wandering
on the world,
Is anything a milk to the mind so,
so sighs deep
Poetry to it, as a tree whose boughs
break in the sky.

Non tutto quello che i miei occhi
vedono, vagando sul mondo,
è cosí latte alla mente, cosí sospira
fonda
poesia, quanto un albero i cui rami
irrompano in cielo.

Amato da Eliot e Pound, ma anche da Montale, Bertolucci, Giudici, Raboni e altri ancora, Hopkins è diventato un punto di riferimento per la poesia del Novecento. Le ragioni stanno in una tecnica versificatoria che era completamente fuori dai canoni ottocenteschi e che ha potuto essere apprezzata solo da un gusto piú moderno. Il ritmo musicale, quasi contrappuntistico, gli aspetti fonosimbolici, e poi le inversioni sintattiche, la trasformazione delle funzioni «naturali» di nomi, verbi, aggettivi, l’omissione di nessi logici e grammaticali, tutto questo fa della poesia di Hopkins un oggetto non sempre semplice da decifrare, ma la rende sempre sorprendente, con affascinanti accumuli espressivi e di senso. Hopkins è un uomo di fede che, nonostante alcuni momenti di sconforto, ammira la bellezza del creato. E ne ammira soprattutto la varietà. La sua piú intima felicità è data dal fatto che Dio non abbia costruito il mondo in modo uniforme ma che si sia disseminato in mille varianti, anche in quelle piú apparentemente insignificanti. La sua poesia insegue anche formalmente questa divina varietà mostrandone il valore profondo a tutti, credenti e non.

 

Gerard Manley Hopkins (Stratfort 1844 - Dublino 1889) studiò a Oxford e fu sacerdote cattolico a Londra, Liverpool e Glasgow. Fu poi inviato all'Università di Dublino dai suoi superiori: da buon gesuita obbedí alle disposizioni e rimase a Dublino fino alla morte, ma rimpianse sempre le amicizie lasciate in Inghilterra. E fu proprio un amico dei tempi di Oxford, Robert Bridges, «poeta laureato» da Giorgio V, a raccogliere le poesie di Hopkins, tutte inedite, e a pubblicarle nel 1914. Einaudi ha pubblicato Poesie. 1875-1889 (2022).

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